Psicomamme: genitorialità, consapevolezza e creatività

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Fobie. Il coraggio è il superamento della paura

Flavia Cavalero Luglio 17, 2017

Ragni, aghi, aerei, ma anche farfalle, spigoli, clown, bambole; ogni cosa, ogni situazione può essere oggetto di una fobia. Le fobie sono praticamente innumerabili e, alla maggior parte delle persone, spesso appaiono incomprensibili e inimmaginabili.

Eppure tengono compagnia a molti e spesso limitano la libertà, il raggio di azione e le possibilità finanche di divertimento. Ciononostante tendono ad essere sottovalutate, pur essendo tra i disturbi più comuni (Kessler et al. 2005), raramente sono considerate motivo sufficiente per correre al riparo e rivolgersi ad un professionista. Ciò accade perché:

  • ci si “abitua” e si evita l’oggetto che genera paura. In realtà questo è un comportamento disfunzionale e, anche nei casi che sembrano più semplici, è limitante. Ad esempio, chi ha la fobia dei serpenti sa che è difficile incontrarne vis à vis in città, ma evita di vedere alcuni film, salta la lettura delle pagine di un libro se solo c’è un’immagine e così via.
  • si ritiene che sia roba da poco e di facile soluzione, per cui si tende a rinviare. Non si considera, in questo caso, che una fobia è comunque sempre un segnale, un sintomo che ci indica qualcosa che ci blocca sotto forma dell’oggetto della stessa paura. Ad esempio, spesso le persone che hanno paura di volare, patiscono anche di un generale senso di ansia con gli altri mezzi di trasporto; affrontare la fobia specifica vorrebbe dire viaggiare meglio.
  • sono molto diffuse e il rispecchiamento induce a pensare che non si tratti di un fenomeno importante, ma di una esperienza comune. In effetti c’è del vero in questa affermazione, come spiega nel testo “Psicologia della paura” la professoressa Anna Oliviero Ferraris:

Le fobie monosintomatiche sono estremamente diffuse e in sé non sono indicative di forti tendenze nevrotiche. Esse rappresentano, in moltissimi casi, l’evoluzione degli innatismi presenti nella nostra specie. E’ questo il caso della fobia dei serpenti o di altri animali, del tuono, del buio, del sangue, tipiche paure infantili che possono persistere anche in età adulta. Anche la paura degli spazi chiusi (claustrofobia), degli spazi aperti (agorafobia) e dell’altezza (acrofobia) trovano la loro materializzazione in configurazioni percettive che nella storia della nostra specie si sono rivelate dannose. Almeno una fobia non si nega a nessuno!

Spesso solo quando insorgono impedimenti nella vita di tutti i giorni si ricorre ad un professionista, ad esempio quando la fobia interferisce con un nuovo lavoro o una nuova situazione.

La paura non è univoca e ha diversi gradi di intensità, a partire dal timore fino all’angoscia, le fobie stanno più o meno a metà strada. La comunità scientifica dibatte da anni sulle origini di questo fenomeno e non si è arrivati a conclusioni certe, forse perché una spiegazione non ne esclude altre e probabilmente le origini possono essere diverse a seconda delle situazioni.

  • l’approccio psicoanalitico sostiene che le fobie derivino dalla rimozione di contenuti inconsci, di origine traumatica, che vengono spostati su un oggetto/situazione che li rappresenta a livello simbolico.
  • l’approccio cognitivo comportamentale sostiene, invece, che si tratti di un cattivo apprendimento per cui l’organismo associa involontariamente pericolosità ad un oggetto o ad una situazione non sempre oggettivamente pericolosa.

Cosa e quali sono le fobie?

Le fobie appartengono alla categoria dell’ansia e sono definite come “paura marcata e persistente di un oggetto o di una situazione particolare” e vengono suddivise in fobie specifiche e sociali. La sensazione è che con le nuove tecnologie ve ne siano altre da annoverare, come la nomofobia ossia la paura di perdere/dimenticare il cellulare o altre tecnologie che permettono la connessione con altre persone.

Quelle specifiche sono caratterizzate dall’insorgere di ansia all’esposizione a un oggetto o a una situazione temuti, che spesso determina condotte di evitamento. Tra le più comuni troviamo:

  • zoofobia: probabilmente una delle più note è l’aracnofobia (paura dei ragni), ma ci sono casi in cui anche una farfalla può mandare una persona nel pallone! Quella che riguarda gli animali è una delle fobie più vecchie, che origina nelle fasi primordiali dell’evoluzione della specie umana quando, grazie alla paura, l’uomo ha messo in atto strategie di evitamento e fuga che hanno permesso di arrivare al nostro tempo. Non riguarda solo animali che nell’immaginario collettivo sono considerati sgradevoli (come serpenti, topi, insetti), ma può riferirsi anche ad animali tendenzialmente considerati gradevoli (farfalle, uccelli).
  • fobie “ambientali”: quali acrofobia e idrofobia. La prima riguarda le altezze e segnala la paura di cadere; la seconda è riferita all’acqua, al nuoto, alle immersioni sott’acqua. Appartiene a tipologia “ambientale” anche la ceraunofobia, la paura di tuoni e fulmini, molto comune tra i bambini e presente anche nei cani e nei gatti.
  • fobia del sangue: ma anche delle ferite: può causare anche svenimenti alla sola vista del sangue (emofobia) o in caso di iniezione non per l’ago quanto per la goccia di sangue che può generarsi dalla puntura. Molte persone evitano di sottoporsi all’analisi del sangue, evitando quindi molti degli accertamenti diagnostici preventivi, e rifiutano le iniezioni.
  • fobia situazionale: ossia paura di stare in spazi chiusi (claustrofobia) o aperti (agorafobia), paura di prendere un aereo, paura di guidare. Sono moltissime le persone che non prendono l’ascensore ed evitano alcuni mezzi di trasporto. Nei casi gravi di agorafobia le persone rifiutano di uscire di casa (Nero Wolfe ne è un ottimo esempio letterario)
  • emetofobia (fobia di vomitare): chi ne soffre ha paura di vomitare, il timore sottostante è quello di perdere il controllo specialmente in pubblico. Molte persone che hanno questa paura assumono farmaci contro la nausea pur non avendone bisogno.
  • altre fobie: quali paura delle bambole, dei clown, dei rumori forti, del buio.

Poiché il sintomo non trova giustificazione nella reale pericolosità dell’oggetto che incute paura, la tipologia delle fobie può essere sconfinata. Nella classificazione si tiene dunque conto solo di quelle maggiormente diffuse.

Fobie sociali caratterizzate da una forte ansia suscitata da situazioni che potrebbero implicare di essere sottoposti al giudizio di altre persone, o anche solo di essere esposti alla loro presenza. Le situazioni più comuni in cui possono presentarsi fobie sociali sono:

  • parlare in pubblico
  • mangiare in presenza di altre persone
  • iniziare una conversazione
  • essere presentati ad altre persone
  • rapportarsi con delle autorità

“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.”

(Martin Luther King)

Il coraggio è il superamento della paura (Tiziano Terzani – La fine è il mio inizio)

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L’illustrazione è tratta da Internet Archive Book Images

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