Psicomamme: genitorialità, consapevolezza e creatività

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La paranza dei bambini del Nuovo Teatro Sanità

Elena Bottari Gennaio 18, 2018

La tournée della compagnia del Nuovo Teatro Sanità fa tappa al Colosseo di Torino con La paranza dei bambini, spettacolo visionario ispirato al romanzo di Roberto Saviano. Vincenzo Antonucci, Luigi Bignone, Riccardo Ciccarelli, Mariano Coletti, Giampiero de Concilio, Simone Fiorillo, Carlo Geltrude, Enrico Maria Pacini, Carlo Caracciolo e Antimo Casertano danno corpo e voce al racconto di Roberto Saviano, adattato e ricucito a misura di teatro da Mario Gelardi.

Le ombre dei pesciolini di paranza si muovono seguendo coreografie, i personaggi sono incastrati in una dinamica suicida che si perfeziona con il crescendo della faida. Le mosse a disposizione sono obbligate: mettersi al servizio di qualcuno aspettando di fare il grande salto, strutturarsi come banda armata, fissare le regole della paranza. L’azione corre su piani diversi grazie a palchi sovrapposti che ricordano per brevi istanti Jailhouse Rock del 1957 ma la suggestione dominante non è tanto il musical di Elvis Presley quanto il fumetto Sin City di Frank Miller, per il senso di oppressione che lo caratterizza.

I protagonisti della pièce si illudono che la luce verso cui nuotano sia il sole o la promessa di potere ma una rete si chiude attorno a loro, senza che se ne accorgano. Sognando di comandare nel quartiere e di collocarsi tra i fottitori piuttosto che tra i fottuti, i paranzini pestano i piedi sbagliati e il meccanismo perverso dei regolamenti di conti si innesca implacabile.

Come ninja sui tetti, i giovani fanno rapine, si procurano pistole, celebrano il tetro rito dell’affiliazione. Al “fuori” del quartiere si contrappone un “dentro” familiare che viene fagocitato dalla violenza. La tragedia dei cattivi ragazzi, degli angeli caduti e della crudeltà intrapresa per gioco, sciocca alcuni più per la scurrilità dei termini che per la sostanza di una generazione perduta che non vede alternative alla fiammata col botto prima della morte o della prigione. I colori accesi contrastano sul nero che richiama il fondo del mare, quell’oscurità che impaurisce chi la guarda, la stessa ombra che i più preferiscono ignorare praticando l’omertà in una forma subdola ma socialmente incoraggiata.

La penuria di adulti più attempati sulla scena descrive bene la latitanza dei “maturi” e la noncuranza con cui si derubricano fenomeni di guerriglia urbana a non meglio identificata devianza giovanile. Mentre i boss si servono dei paranzini, le città chiudono un occhio che assomiglia ad una pietra tombale. Il bello è che La paranza dei bambini è fatta da giovanissimi attori che formano un gruppo pirotecnico-teatrale vero e ben collaudato, capace di reggere sulle spalle uno spettacolo complicato per come è scritto e per il tema che mette in scena.

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