Psicomamme: genitorialità, consapevolezza e creatività

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Lucia Trabbia e la maternità ad alto contatto

Elena Bottari Novembre 6, 2013

Vorrei chiederti come tu (psicologa, mamma e blogger di MammaPerMamma) abbia messo a frutto studi ed esperienza nei diversi progetti che segui: dal “portare i bambini” (in fasce e imbragature che permettono un maggiore contatto con i bambini) alla cultura del pannolino lavabile, dal sostegno alle altre mamme in gravidanza all’aiuto a quelle alle prese con l’allattamento.
Cosa hai scoperto in questi anni rispetto ai bisogni veri delle donne, cosa hai imparato e cose pensi che sia più importante comunicare?

Tutto è nato quando sono rimasta incinta della mia prima bimba. Frequentavo una scuola di specializzazione per psicologi, pensavo di diventare psicoterapeuta infantile, quindi avevo già interesse per la sfera dei bambini, e avevo preso quella strada già durante gli anni dell’università. Ero affascinata dal mondo dei piccoli, e volevo curare una parte di me bambina che sentivo di dover “recuperare”, una parte di me che ancora aveva una ferita.

Poi, quando sono rimasta incinta, tutto ha iniziato a cambiare. La mia bimba, da subito, mi ha portato su una strada che non pensavo di percorrere, a partire dal voler fare pochi esami in gravidanza, al pensare di partorire in casa, e al desiderio fortissimo di poter allattare. Da lì, iniziando questo percorso, e entrando in contatto con persone che condividevano la mia strada, il passo verso il resto è stato breve. Nell’ambulatorio delle mie ostetriche ho visto cartelloni sulle posizioni  per portare i bambini con le fasce (cosa che assolutamente non conoscevo!), cercando in rete ho saputo che esistevano pannolini lavabili… e soprattutto entrando in un forum (Forum di Partonaturale), mi sono trovata in un ambiente (virtuale) che mi ha abbracciata a 360°, facendomi conoscere il resto!

Quindi, a malincuore, posso affermare che la mia formazione di psicologa non è stata davvero utile per aiutarmi in questo percorso, anzi certe volte ho dovuto dimenticare delle cose che avevo studiato, perché la realtà è molto diversa, e la formazione che ricevono gli psicologi, ahimé, è molto lontana da come sono realmente i bambini.

Basti pensare ai consigli che vengono a volte dati alle mamme da psicologi che non conoscono la fisiologia del sonno del bambino, l’importanza dell’allattamento oltre i primi mesi, eccetera. Tutto quello che so è venuto fuori dal mio essere mamma, dagli insegnamenti delle mie bambine, e delle amiche reali e virtuali che ho conosciuto in questi anni. Poi ho anche approfondito molto leggendo tanti libri, sia su allattamento che su gravidanza e parto, su svezzamento naturale, su educazione non violenta, su tutti questi argomenti che riguardano la cura del bambino… e un giorno spero davvero che questo mio grande interesse possa diventare un lavoro, sempre ovviamente da conciliare con il mio essere mamma. Per ora faccio “volontariato” con il mio blog e i gruppi su Facebook, e mi danno tanta soddisfazione! Ricevo molti rimandi dalle mamme, anche in privato, che mi fanno pensare che questa è la strada giusta, e che le cose che sto facendo hanno un senso.

Ci vuoi parlare del progetto di aiuto alle mamme che allattano, a Chivasso?

Questo progetto è nato da una mia idea: due anni fa, arrivata da poco in un paesino di provincia dove ci eravamo trasferiti poco prima che nascesse la mia seconda bimba, ho iniziato a sentire il bisogno di trovare uno spazio per le mamme, visto che il salto dalla città al paese mi ha portato a provare un po’ di solitudine. Inizialmente volevo fare qualcosa del genere a casa mia, non sapendo bene a chi rivolgermi per trovare uno spazio adeguato. Avevo creato e diffuso qualche volantino ma non mi ha mai chiamato nessuno. Poi col passare del tempo ho chiesto in giro, nella città vicina al mio paese, al centro per le famiglie, ma nulla.

Un giorno, circa un anno fa, ho provato a chiedere ad una pediatra dell’ospedale, che avevo conosciuto grazie ad un’amica, e lei ha iniziato ad interessarsi alla cosa, visto che tiene molto all’allattamento, sia come mamma che come pediatra. Ci è voluto tempo, ma alla fine siamo riuscite a mettere su questo progetto, che è appena all’inizio ma in cui io credo molto. È un gruppo di auto aiuto, che conduco in qualità di consulente alla pari per l’allattamento, e dove si parla di allattamento ma non solo. Spero che possa essere davvero utile alle mamme della zona, visto che non ci sono altri gruppi del genere, ci credo molto perché credo che il sostegno tra mamme sia importantissimo, sia per la serenità delle mamme che per la riuscita degli allattamenti.

Percorso di sostegno all'allattamento

Attraverso i gruppi attivi su Facebook, percepisci differenze di accesso ai servizi tra nord e sud?

Non so rispondere alla domanda con certezza, ma per quello che vedo, sia nel gruppo gravidanza che nel gruppo allattamento, mi sembra che al nord siano presenti più servizi validi, anche se non sempre per le mamme è facile sapere quali sono. C’è ancora molto la credenza che per problemi di allattamento, ad esempio, ci si debba rivolgere al pediatra, quando invece nella maggior parte dei casi i pediatri di famiglia non sono adeguatamente informati e formati sull’allattamento. Non si conoscono le figure di sostegno all’allattamento, figure professionali come le consulenti IBCLC, e secondo me questo è molto deleterio, perché rivolgendosi alle figure non competenti molti allattamenti vanno a finire male. Chiunque sa a chi rivolgersi in caso di problemi medici, tutti conoscono le diverse specialità della medicina, ma quasi nessuno conosce questi professionisti che si occupano di allattamento.

Cosa manca di più?

Manca di più, secondo ma, la cultura giusta per poter essere buoni genitori. Essere genitori oggi è molto difficile, perché sei continuamente soggetto a “bombardamenti” relativi a qualunque ambito della vita del bambino: tutti (compresi panettiere sotto casa, vicina di ombrellone e passante per strada) si sentono in dovere di dare consigli (spesso non richiesti) su allattamento, nanna, salute ecc., e diventa difficile, per i genitori, riuscire ad ascoltare il proprio istinto.

Questo secondo me è fondamentale, per svolgere il proprio compito di genitori: ascoltando se stessi, prima di chiunque altro, anche prima del pediatra, perché spesso dentro di noi abbiamo tutte le risposte. Manca, secondo me, il contorno giusto ai genitori, qualcuno che aiuti i genitori a trovare le proprie risposte, senza cercare di indirizzarli da una parte o dall’altra. Mancano le giuste informazioni sull’allattamento, a volte sembra di essere rimasti agli anni ’70! E, visto che le famiglie allargate non esistono quasi più, manca una rete di sostegno tra pari, dove i genitori possano confrontarsi serenamente senza tirare in causa medici e pediatri, che come abbiamo detto prima spesso non hanno le competenze per dare consigli che esulano dalla loro attività professionale.

Cos’è una mamma ad alto contatto? Cosa pensi che, aldilà delle possibilità pratiche di ogni mamma, valga la pena di comunicare come prezioso di questo stile di accudimento?

Una mamma ad alto contatto è una mamma che ascolta il proprio istinto, dà voce ad esso e lo lascia libero di esprimersi. Una mamma ad alto contatto è un mammifero prima di tutto, che si occupa del proprio bambino dando amore, calore e protezione senza temere di viziarlo, semplicemente perché questo non è possibile. L’amore non è mai un vizio: l’affetto, il dormire insieme, il poter avere libero accesso al seno per mesi e anni, l’essere portati addosso con le fasce, il rispondere immediatamente al pianto del bambino, tutte queste cose non possono essere vizi semplicemente perché, se facciamo tacere tutti intorno a noi, è quello che viene spontaneo fare ad una mamma che si occupa del proprio bambino.

Certo poi ci si scontra a volte con le difficoltà concrete di quella famiglia, di quella mamma, ma secondo me è importante passare il messaggio che i bambini che ricevono amore e contatto incondizionatamente, che vengono ascoltati e rispettati, fin da neonati, non potranno che crescere sani e felici, perché una volta che un bisogno (sì, sono bisogni!) viene soddisfatto, si può guardare oltre e crescere, partendo dalla propria base sicura, e percorrere la propria strada con sicurezza e serenità.

Lucia ti aspetta dunque il secondo e il quarto sabato di ogni mese nella biblioteca MoviMente di Chivasso, dalle 10 alle 12, per parlare di allattamento fra mamme 🙂
Gli incontri sono gratuiti ed è l’occasione giusta per avere consigli utilissimi per vivere serenamente l’allattamento.

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