Psicomamme: genitorialità, consapevolezza e creatività

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Roberto Giachetti: il proprio corpo in cambio di visibilità mediatica sulla legge elettorale

Elena Bottari Novembre 9, 2012

Qui di solito facciamo molto caso alla strumentalizzazione del corpo delle donne dalla pubblicità, dalle volgarità che spesso sentiamo riferire al fisico femminile (non ultimo la triste uscita di grillo sul “punto g“).

Spesso, invece di discutere sugli argomenti portati dalle donne, si devia l’attenzione sulla loro corporalità. Talvolta sono le donne stesse a cercare visibilità attraverso la propria bellezza.

Oggi però parliamo di un uomo, Roberto Giachetti, che altro non ha, per far accendere i riflettori sull’esigenza di una riforma elettorale, che ricorrere ad uno sciopero della fame.

Giachetti scrive

Mi metto in vendita. Mi vendo al miglior offerente e sono disposto a diversificare l’offerta affinché le ragioni della mia iniziativa possano avere un minimo di informazione. Mi rendo disponibile ad insultare pubblicamente e pesantemente il presidente del Senato, quello della Commissione affari costituzionali ed anche ogni singolo senatore, in alternativa sono disposto a farmi fotografare mentre consegno una busta con qualche centinaia di euro dentro a qualcuno per ottenere la pubblicazione di una manchette con i contenuti della mia iniziativa a prezzi stracciati; posso scrivere una lettera d’amore e passionale a qualche collega della parte opposta e poi farvene avere copia; posso, debitamente posizionato in aula, consultare qualche famoso sito porno o posso fare una telefonata a chi volete voi – che sappiamo essere sotto intercettazione – e dire quelle cose piccanti che fanno tanta notizia; posso farmi riprendere mentre contratto una prestazione per strada di notte con un trans e poi farvelo avere come se fosse stato fatto di nascosto. Per ora la mia fantasia finisce qui, ma credo che il materiale sarebbe sufficiente nell’ambito di quello che della politica, convenzionalmente qui da noi, fa notizia. Ovviamente resto aperto e disponibile a valutare altre vostre richieste. Una sola condizione: qualche riga sulle ragioni e gli obiettivi del mio sciopero della fame. Attendo un sicuro riscontro con trepidazione ed urgenza e ringrazio tutti.

 

Quale sta diventando il ruolo del corpo nella società? Non abbiamo alternative a metterci in vendita?
Perchè la capacità di ascolto e di riflessione comune è scemata a tal punto, da dover ricorrere a espedienti eclatanti e autodistruttivi?
Perchè le ragioni di un individuo, addotte senza violenza e nel rispetto della legge, valgono meno di una fotografia su facebook e di una scritta “vendesi”?

Crediamo che una riflessione sia necessaria, da parte di donne e uomini assieme. Non illudiamoci che l’oggettualizzazione dell’essere umano si fermi al genere femminile, un sistema mediatico, politico, civile che se lo aspetta anche da un  uomo perchè il gigantosauro dell’attenzione collettiva si muova, ha bisogno di autoanalisi e di critica personale!!

 

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