Defibrillatori pubblici: una risorsa che può salvare molte vite
Elena Bottari Giugno 9, 2014L’associazione Piemonte Cuore e altre associazioni in tutta Italia promuovono la diffusione in scuole, piscine, spiagge, luoghi di grande passaggio, dei defibrillatori pubblici, usabili facilmente da chiunque, anche dai bambini. La Pad (la Public Access Defibrillation) è una risorsa preziosissima per salvare vite. Ogni minuto senza assistenza, equivale per un infartuato, ad una drastica riduzione della speranza di sopravvivenza.
Dal documento del Governo della Salute che ti invitiamo a leggere (pagina 12), la percentuale di sopravvivenza dopo un arresto cardiaco è del 2%, in caso di defibrillazione nei primi 5 minuti è del 50%.
Sembra un argomento tetro e invece no. Ho assistito alla presentazione del kit donato alla scuola Montessori di Torino e sia i grandi che i bambini hanno davvero imparato qualcosa sperimentando le semplicissime procedure guidate con cui questi piccoli defibrillatori fanno ripartire il cuore di una persona priva di sensi.
E’ una bellissima lezione di vita e dà ai bambini la consapevolezza che si può fare qualcosa di concreto ed efficace per aiutare gli altri.
In Italia, purtroppo, non esiste una cultura del bene comune e i cavilli burocratici, la voglia di non cercare grane, di non prendersi responsabilità, rema drasticamente contro simili lodevolissime iniziative.
Le scuole stanno tuttavia rispondendo molto positivamente in molte regioni d’Italia. Nella provincia di Piacenza il progetto va avanti da anni e tantissimi bambini hanno familiarizzato con l'”amico del cuore”, come lo chiamano loro.
Le farmacie torinesi sono provviste di defibrillatore ma non c’è alcuna targa che lo segnali e le macchine non sono a disposizione di tutti. Nella metropolitana di Torino, ad oggi, non ci sono defibrillatori.
E’ un vero peccato!
A Sanremo ne sono stati rubati due liberamente accessibili, insomma non c’è ancora la giusta cultura ma possiamo migliorare 🙂
Bisogna precisare che i defibrillatori pubblici non sono quelli manuali che vediamo nei film. Sono macchine leggere, in plastica, che eseguono la diagnosi tramite appositi sensori e permettono il rilascio di elettricità solo in caso di assenza di battito cardiaco. Nelle scuole vengono date in dotazione anche piastre pediatriche per i bambini sotto gli 8 anni.
Ecco i passi da seguire in caso di arresto cardiaco e se abbiamo a disposizione un defibrillatore pubblico (le fasi dell’intervento sono comunque sempre indicate nel cartellone accanto alla teca della macchina)
- toccare la persona per capire se sia priva di sensi
- scoprire il torace togliendo gli indumenti o tagliandoli con le forbici in ditazione nel defibrillatore
- verificare se la persona respiri sollevandole il mento, ponendo l’orecchio accanto al suo naso e osservando se il torace si alzi e si abbassi per il respiro
- se non c’è respiro e non abbiamo un defibrillatore, chiamare il 118. Eseguire il massaggio cardiaco che va fatto tenendo una mano sull’altra, a braccia dritte, spingendo con il proprio peso su un punto equidistante dai capezzoli. Il massaggio non va mai fatto su un materasso o su una superficie morbida.
- se abbiamo un defibrillatore semiautomatico a disposizione, poniamo gli elettrodi dove indicato nel kit
- il defibrillatore ci dirà se sia necessario effettuare una scarica
- in caso positivo avvertire tutti i presenti di allontanarsi
- dare il via alla scarica
- eseguire il massaggio cardiaco fino all’arrivo dell’ambulanza
I bambini hanno imparato tutto con una velocità impressionante, sperimentando ogni procedura, massaggio cardiaco compreso, su appositi manichini.
Ecco qui le varie fasi dell’intervento
Speriamo che forze dell’ordine, strutture sportive, uffici pubblici rispondano positivamente e si prendano, assieme a noi, il rischio di salvare delle vite 🙂
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