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Come affrontare i capricci dei bambini?

Cosa sono i capricci? Cosa c’è dietro? Come comportarsi?
Ecco alcuni consigli utili per guardare la luna e non il dito 🙂

L’etimologia della parola rimanda alle capre (CAPR- ICCI) che sgambettano e scornano a destra e a manca proprio come fanno i bambini quando si impuntano su qualche cosa e parte il capriccio più disperato.

Umberto Galimberti nel suo dizionario di psicologia li definisce come

la manifestazione improvvisa e incontrollata di rabbia e aggressività, generalmente impotente, adottata come risposta ad una frustrazione

e ci offre una prima chiave di lettura. Può sembrare un accostamento strano, le parole bambino e aggressività sembrano inaccostabili, nel nostro immaginario il bambino è un essere immacolato e facciamo fatica a pensarlo già fornito di tutte le emozioni, comprese quelle che tendiamo a catalogare come negative.

Da dove arriva questa rabbia? Dalla confusione, il nostro piccolo inizia il suo percorso di distacco da chi lo accudisce, va e viene, va verso l’ambiente pieno di stimoli che lo incuriosiscono e viene verso di noi, nel suo porto sicuro. Questo via vai lo confonde, lo rende indeciso, ed è in questa confusione che può nascere il capriccio. Siamo allora noi che dobbiamo renderlo sicuro e siamo sempre noi che dobbiamo insegnargli a sopportare la frustrazione.

Il capriccio è un fenomeno che sta dentro una relazione. Un bambino da solo non fa i capricci, li fa per e verso qualcuno. Il capriccio ha una direzione, sempre.

E’ una richiesta di attenzione, un modo per dire qualcosa che è sempre qualcosa altro da quello che appare: il bambino che strilla al mercato perché vuole un giocattolo probabilmente ci sta segnalando che non è a suo agio in quel luogo, in quel momento, in quel modo. Non è sempre facile mantenere la calma perché ha la capacità di farci rispondere sullo stesso suo piano, quel pianto, quegli strilli ci innervosiscono e rischiamo di… fare i capricci anche noi. Strillando più o meno allo stesso modo.

Chiediamoci invece quale possa essere la molla: può essere stanco, annoiato, insoddisfatto, spesso perché si trova in luoghi, situazioni, compagnie, giochi non adatti a lui.

Se interpretiamo il capriccio per quello che realmente è, ossia l’espressione di un bisogno di RASSICURAZIONE, il bisogno di un segno concreto di amore per il bambino, allora diventa più facile affrontarlo.

Quando il bambino sembra essere ingestibile, i capricci sono insistenti e sembrano la sua via principale di espressione, non sono più occasionali ma costanti, allora dopo esserci accertati che il bambino non abbia problemi di salute, dobbiamo chiederci, se c’è qualcosa che non va nel menage familiare. E’ evidente che se lui assiste a liti, se vive in un clima familiare difficile, ne porta le conseguenze e ce lo dimostra.

Non esiste un “libretto di istruzioni” che ci insegni a gestire il processo educativo, ci sono alcuni suggerimenti che in genere funzionano, ma rimane fondamentale capire da dove arriva il segnale.

TRADUZIONE DEI CAPRICCI

Ecco un incontro  che può rivelarsi molto utile!
Scrivici se ti interessa partecipare. Ti daremo tutte le informazioni 🙂

 

Articolo di Flavia Cavalero