Carattere e tipi psicologici
Elena Bottari Novembre 20, 2012Significato e sfumature caratteriali
“Hai un caratteraccio!”
Te lo sei mai sentito dire? Ma cos’è questo benedetto capro espiatorio di tutti i nostri difetti?
La parola deriva dal greco charaktér (dal verbo charassò, imprimere, scolpire) e significa impronta.
Secondo alcuni autori è necessario differenziare tra carattere, temperamento, personalità. Secondo altri, invece, i termini sono intercambiabili.
Ci sembra esplicativa la definizione che ne dà Umberto Galimberti, come “quella configurazione relativamente permanente di un individuo a cui ricondurre gli aspetti abituali e tipici del suo comportamento che appaiono tra loro integrati sia nel senso intrapsichico che in quello interpersonale” (U. Galimberti, Carattere, 1999)
I tipi psicologici
Jung parlava di tipi psicologici suddividendo nelle due categorie di Introverso/Estroverso, alle quali sono collegate quattro funzioni: il pensiero, il sentimento, la sensazione e l’intuizione.
Tipo “estroverso“, è attratto dal mondo esterno, è rivolto al gruppo sociale, insegue l’affermazione personale.
Tipo “introverso“, predilige il mondo interiore. E’ appagato dalla dimensione interna dei simboli, della fantasia.
Questa suddivisione può essere considerata come una guida, ci risulta infatti difficile pensare che sia possibile categorizzare con due tipologie tutte le sfumature e le diversità che caratterizzano l’essere umano. Sono però utili riferimenti per orientarci.
Si può modificare il proprio carattere?
Volere è potere, ma ciò non significa che non sia faticoso.
Il carattere è “relativamente permanente”, si forma e si costruisce un giorno dopo l’altro, si consolida con l’esperienza. Quindi è possibile modificarlo a patto di volerlo fare.
Ogni cambiamento è faticoso anche perché prevede di mettersi in discussione. Abbandonare l’idea che “sono fatto così e non posso farci niente” è il primo passo.
Bisogna avere il coraggio a guardare a sé senza troppa indulgenza e capire cosa davvero non va, cosa ci penalizza. Servono uno sguardo freddo e una volontà di ferro conditi da una dose massiccia di umiltà.
Analizziamo le rimostranze che ci sono state fatte durante la nostra vita, riflettiamo su singoli casi paradigmatici che, magari ci fanno vergognare di noi stessi. Partiamo da qui per inaugurare una nuova sensibilità, un’attenzione a non ripetere quegli errori.
Sei riuscita a cambiare lati del tuo carattere che ti erano diventati odiosi? Il semplice fatto di provarci migliora la tua vita quotidiana? Trovi supporto tra i tuoi cari?
Raccontaci la tua esperienza, e, soprattutto, dacci dei consigli 🙂
Articolo di Flavia Cavalero
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