Dice il saggio che una volta si studiavano le poesie a memoria e adesso invece niente, che è un peccato vero e proprio anche perché imparare le poesie allena la memoria. Il saggio ha probabilmente ragione ma bisogna ammettere che ci sono poesie e poesie, che il maestrale e il mare che urla e biancheggia nella poesia di Giosué Carducci intitolata San Martino, non è che sia proprio uno dei componimenti più belli della sua produzione.
Se si vuole ottenere l’attenzione e l’interesse dei bambini, dei ragazzi o degli adulti e far sì che imparare a memoria sia anche un piacere, bisogna scegliere poesie belle, non per forza descrittive, che parlino della loro vita e della vita di chiunque, che colgano una qualche verità. Sappiamo bene con che meticolosità da amanuensi le ragazze e i ragazzi collezionino frasi sui diari scolastici o personali. Perché lasciare il campo libero a Jim Morrison e ai rapper, con tutto il rispetto che la loro arte merita, senza tentare di guadagnare una pagina a Torquato Tasso?
Non sono in queste rive
fiori così vermigli
come le labbra de la donna mia,
né ‘l suon de l’aure estive
tra fonti e rose e gigli
fa del suo canto più dolce armonia.
Canto che m’ardi e piaci,
t’interrompano solo i nostri baci!
o a Francesco Petrarca?
Si traviato e ‘l folle mi’ desio
a seguitar costei che ‘n fuga e volta,
et de’ lacci d’Amor leggiera et sciolta
vola dinanzi al lento correr mio,
che quanto richiamando più l’envio
per la secura strada, men m’ascolta:
ne mi vale spronarlo, o dargli volta,
ch’Amor per sua natura il fa restio.
Et poi che ‘l fren per forza a se raccoglie,
i’ mi rimango in signoria di lui,
che mal mio grado a morte mi trasporta:
sol per venir al lauro onde si coglie
acerbo frutto, che le piaghe altrui
gustando affligge più che non conforta
oppure a Ludovico Ariosto?
Occhi miei belli, mentre ch’ i’ vi miro,
per dolcezza inefabil ch’io ne sento,
vola, come falcon c’ ha seco il vento,
la memoria da me d’ogni martìro;e tosto che da voi le luci giro,
amaricato resto in tal tormento
che, s’ ebbi mai piacer, non lo ramento:
ne va il ricordo col primier sospiro.Non sarei di vedervi già sì vago
s’ io sentissi giovar, come la vista,
l’aver di voi nel cor sempre l’imago.Invidia è ben se ‘l guardar mio vi attrista;
e tanto più che quello ond’ io m’ appago
nulla a voi perde, ed a me tanto acquista.
Perché non scegliere Cesare Pavese?
Tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C’è un vento che ti giunge.
Cose secche e rimorte
t’ingombrano e vanno nel vento.
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell’estate.
Il motivo è ben chiaro, non scivolare nella poesia erotica o nel ribellismo di molti autori, rimanere nel vago di paesaggi e cetre appese che sono lontane anni luce dagli interessi dei ragazzi. Eppure poter parlare di amore, con le parole di un grande poeta antico (Torquato Tasso), adorato da Giacomo Leopardi, avvicina i ragazzi alla grande tradizione poetica italiana e dà voce a sentimenti universali, che hanno poco spazio nelle nostre abituali conversazioni. La poesia ci svela tutti come esseri umani, anche i professori, e questo è un dono prezioso.
Non è necessario imparare poesie lunghissime. Spesso le poesie brevi hanno una perfezione e un incanto che quelle lunghe non hanno. Con Giorgio Caproni andiamo al mare, teatro di avventure per i giovanissimi. Perché non dar da “sapere a memoria”, come compito a casa, questa poesia?
Brezze e vele sul mare:
dei pensieri da nulla.
Ma che spinta imparare
cos’è mai una fanciulla
o questa, “Vento di prima estate”?
A quest’ora il sangue
del giorno infiamma ancora
la gota del prato,
e se si sono spente
le risse e le sassaiole
chiassose, nel vento è vivo
un fiato di bocche accaldate
di bimbi, dopo sfrenate
rincorse
E le poetesse? Dove le mettiamo? Perché non scegliere Emily Dikinson?
Quanti fiori decadono nel bosco
o periscono dalla collina,
che la loro bellezza non ebbero
in sorte di conosceree quanti affidano un seme senza nome
a una brezza vicina,
ignari del dono scarlatto
che recherà ad altri occhi.
Di Giovanni Pascoli perché non sperimentare poesie meno note, solari e fiorite, come “Maggio”?
Ridon siringhe del color di lilla
sopra la mensa e odorano viole:
la capinera è tra gli aranci: brilla
tremulo il sole.Tu pur, poeta, hai rifiorito il cuore
e trilli e frulli hai nella fantasia.
Le ignave brume e l’umile dolore
sorgi ed oblia
Sandro Penna è un grande poeta, ingiustamente trascurato. Ogni sua poesia è un epigramma
Il mare è tutto azzurro.
Il mare è tutto calmo.
Nel cuore è quasi un urlo
di gioia e tutto è calmo.
A Tonino Guerra dobbiamo tanta poesia in pellicola e non. Sceneggiatore di Fellini, pittore e poeta, merita dieci minuti di studio e la riconoscenza per versi liberi e chiari come l’aria.
L’aria è quella roba leggera
che ti gira attorno alla testa
e diventa più chiara quando ridi.
Stati d’animo e sentimenti contrastanti nelle parole di Dino Campana che i ragazzi non faticano certo a capire.
Pace non cerco, guerra non sopporto
Tranquillo e solo vo pel mondo in sogno
Pieno di canti soffocati. Agogno
La nebbia ed il silenzio in un gran porto.
Il tempo è come un monte
compatto e chiuso nei ghiacci:
aspetto che tu mi chiami
e sciolga col fiato quei lacci.Tu balli e ti volgi, varia
come l’ombre sulla tua fronte
fatta di riccioli, d’aria
bionda, di bosco e di fonte.Dura la morte precaria
ristretta agli attesi richiami
finché tutto s’apre: m’abbracci
e mi dici che m’ami.
Non solo amore ma anche tristezza e consapevolezza nelle parole di Piero Jahier
Vogliono sempre impedirmi di esser triste;
ma se è la mia sola gioia esser triste:
cresce solo piangendo
questa gemma d’albero che volete asciugare
I versi di Walt Withman parlano direttamente alla vita
Oh me, oh vita !
Domande come queste mi perseguitano,
infiniti cortei d’infedeli,
città gremite di stolti,
che vi è di nuovo in tutto questo,
oh me, oh vita !Risposta
Che tu sei qui,
che la vita esiste e l’identità,
che il potente spettacolo continui,
e che tu puoi contribuire con un verso.
e Charles Bukowski dà ottimi consigli
La tua vita è la tua vita.
Non lasciare che le batoste la sbattano
nella cantina dell’arrendevolezza.
Stai in guardia.
Ci sono delle uscite.
Da qualche parte c’è luce.
Forse non sarà una gran luce ma
la vince sulle tenebre.
Stai in guardia.
Gli Dei ti offriranno delle occasioni.
Riconoscile, afferrale.
Non puoi sconfiggere la morte ma
puoi sconfiggere la morte
in vita,
qualche volta.
E più impari a farlo
di frequente,
più luce ci
sarà.
La tua vita è la tua vita.
Sappilo finché
ce l’hai.
Tu sei meraviglioso
gli Dei aspettano di compiacersi in te
Come si legge una poesia?
La fine di un verso non prevede una pausa a meno che non ci siano una virgola o un punto o qualche altro segno di arresto. Se non c’è nulla si continua a leggere a capo, fino al primo segno di stop 🙂
Bisogna leggerla alla propria maniera, non per forza declamando ma adattando al proprio stile le parole del poeta.
Come si studia a memoria?
Cercando di
- capire bene le parole, di farle proprie
- suddividere il compito in brani da memorizzare giorno per giorno
- divertendosi a declamare e a interpretare le parole al meglio
- tirando fuori la propria voce forte e chiara
e poi non resta che salire sul palco 🙂
L’immagine del quaderno poetico è di Smithsonian Institute via Flickr