In estate, se non si vuole dimenticare tutto quello che si è imparato durante l’anno, tocca fare i compiti delle vacanze (noi siamo in prima elementare). Non è un’insensata tortura, è invece l’unico modo di non vanificare un anno di scuola e si sa, i più bisognosi di ripasso sono spesso quelli che hanno meno voglia di sedersi a leggere, completare, calcolare, colorare.
Gne, gni, sce, sci, che, chi, ghe, ghi tornano ad essere il peggior incubo dei genitori. Qualche decennio dopo l’immersione nella scuola TUTTO RICOMINCIA 🙂
Essere svogliati non significa essere poco intelligenti!! Con gli ossetti più duri serve più pazienza e, a volte, una maggiore dose di polso da parte dei genitori.
I compiti vanno fatti, che si voglia o no, da lì non si scappa e, anche mettendo in atto tutte le soluzioni giocose e divertenti, bisogna impegnarsi.
Per non vanificare la “tortura”, ecco alcune regole che rendono il sacrificio più efficace:
- fare i compiti tutti i giorni, anche solo due pagine di libro delle vacanze al giorno
- scegliere un momento giusto, in cui i bambini siano ancora “freschi”
- eliminare ogni distrazione (radio, tv, fratelli urlanti, parenti in vena di chiacchierare)
- oltre alla dose di libro dei compiti, leggere due pagine di un libro di lettura a scelta, una la mattina, una la sera
- fare domandine nei momenti più impensati (come si scrive “gnomo”, quanto fa 4+3) ma senza esagerare con la frequenza. Non più di quattro al giorno se no non è più un simpatico diversivo per i bambini
- dare un piccolo premio alla fine di ogni settimana (un adesivo carino, una matita decorata, un pacchetto di palloncini, una pacca sulla spalla)
- far scrivere dei pensierini a piacere, anche sgrammaticati, anche senza troppo senso, per far familiarizzare i bambini con la forma scritta
La regola più importante è la dose quotidiana. Fare tutti i compiti alla fine della vacanza può essere un incubo e favorire nei bambini pensieri funesti sull’anno scolastico alle porte. Sei pagine di libro delle vacanze al giorno, negli ultimi giorni, non valgono le care vecchie due pagine al dì, sabato, domenica, ferragosto, con la pioggia o con il vento, nella buona e nella cattiva sorte.
Cosa significa avere polso?
Significa che la fatica e la noia di interrompere un gioco, di smettere di saltare e correre è qualcosa che dobbiamo infliggere, perché non si impara niente senza un minimo di applicazione e di costanza.
Per molti bambini concentrarsi è difficilissimo. Cosa si può fare perché dal concentrazione diventi meno difficile?
- leggere è la migliore risorsa per aumentare la concentrazione. Leggere un libro interessante e divertente, un libro che piaccia ai bambini ma che abbia una dose minima sufficiente di contenuti. Vanno bene tutti i generi, dal libro pop-up ai fumetti!!
- anche gli audiolibri e la lettura ad alta voce da parte dei genitori sono risorse utilissime. Seguire una storia letta da altri permette di concentrarsi sulla narrazione senza dover sempre pensare a come leggere ogni sillaba, ogni parola. Così i bambini imparano anche a dare un’intonazione al testo!
- negli esercizi di matematica può servire molto ricorrere alla visualizzazione con la linea dei numeri, i fagioli, gli insieme, i regoli, insomma tutto ciò che renda il compito “concreto”
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La foto è di Florida Memory via Flickr