I bambini non hanno soltanto l’orecchio acerbo, come scriveva Rodari, ma anche una grandissima predisposizione agli esperimenti mentali e per le ipotesi per assurdo.
Gli esperimenti mentali nel senso più ortodosso sono astrazioni che seguono le leggi della fisica o delle conoscenze scientifiche di cui disponiamo. Sono esperienze virtuali che si sviluppano nella nostra mente, dall’inizio alla fine.
Gli esperimenti concettuali, ad esempio, sono stati usati da Einstein per spiegare la teoria della relatività.
Per quanto riguarda i nostri figli, invece, l’esperimento mentale è ancora più audace. Loro non conoscono la fisica e la scienza, almeno non i bambini più piccoli. Vanno avanti di fantasia 🙂
Gli esperimenti e i progetti che loro ipotizzano, spesso coinvolgendo i grandi nei loro voli pindarici, superano ogni logica a cui siamo abituati proprio perché, per loro, tutto è possibile e cose per noi idealmente lontane sono invece vicinissime!
Ed è così che, ad una nostra obiezione ispirata al principio di realtà, controbattono “Ma pensa che si possa fare”, “Facciamo come se si potesse” e via verso le più sperdute lande della creatività in potenza. I bambini imparano presto a ipotizzare per assurdo, anzi, direi che loro preferiscono questo tipo di ipotesi a tutte le altre 🙂
E’ così che, dopo aver ascoltato il meteo, i bambini possano inventare quesiti del calibro di “E’ più forte un vento persistente o un tornado?” o “Posso esserci dei tonadi nelle nuvole?”.
Proseguendo sul tema di “è più forte questo o quello?” nasce l’interrogativo “Hulk è più forte di un orso?”, “E’ più alto Godzilla o King Kong?”
C’è un’altra categoria di discussione che loro adorano, il paradosso temporale. Oggi è oggi? Quanto dura domani? E’ sempre il 15? Oggi è domani?
Per farli sbarellare completamente e tenerli buoni cinque minuti, a questo punto, puoi rispondere con questa frase “Oggi è il domani di ieri” che, a pensarci bene, sembra irreale anche a noi. Una convenzione come un’altra.
E qui arriviamo al punto. Ci sono cose che per noi adulti sono vere ma che, in realtà, rientrano nel mondo delle convenzioni.
Il tempo è una convenzione, i sistemi di misura sono convenzioni.
Cosa rispondi ai tuoi figli che ti chiedono cosa sia un metro?
Non è mica facile 🙂 Potresti dire, con un esperimento mentale, che se tu fossi l’unità di misura del tuo mondo, il tuo palazzo sarebbe alto 18 te e mezzo. L’unità di misura è il metro che, per convenzione, misura 100 centimetri. In paesi diversi dal nostro esistono diverse unità di misura, ciò che conta è il principio di usare una grandezza di base per misurarne altre 🙂
Se c’è un modo di insegnare bene le cose ai bambini, forse è questo. Seguirli a briglia sciolta nelle loro ipotesi e riempire i puntini vuoti che loro ti lasciano. Ma l’esercizio sei tu a doverlo fare 🙂
I tuoi figli avranno così una chiave di lettura del mondo che mostri le costanti logiche più che i dettagli, ma che renda anche giustizia delle differenze e delle eccezioni.
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La foto di Nadar è di Smithsonian Institution
La foto di Einstein è di Museum of Photographic Arts
Articolo di Elena Bottari