Da brave naturaliste dilettanti (ai danni di insetti e piante), ecco che ci imbattiamo nello stupefacente popolo alato.
Gli uccelli, poeti del cielo, sono i protagonisti di una sorprendente mostra personale della pittrice Serena De Gier, intitolata Con le ali.
Uccelli migratori in volo, alla ricerca di cibo, in attesa di spiccare un salto nel blu e morbidi pettirossi in sosta tra i fiori, sono i protagonisti di un viaggio nella natura dal grande impatto emotivo. Così apparentemente fragili, gli uccelli compiono imprese epiche a cui assistiamo troppo spesso ciechi e sordi.
Abbiamo posto a Serena, attrice e scenografa oltreche pittrice e illustratrice, tutte le domande sensate e un po’ folli che ci sono venute in mente ed ecco qui l’intervista che ne è venuta fuori.
Se vuoi incontrarla di persona, puoi farlo a evvivanoè, sabato 12 alle 18 a Cherasco 🙂
Come hai impostato il tuo lavoro? E’ venuta prima l’osservazione o la suggestione poetica? Come ti sei posta di fronte a questi soggetti?
Per molto tempo ho dipinto solo e unicamente volti ma, qualche anno fa, ha cominciato a formarsi nella mia mente il desiderio, di creare una serie di dipinti i cui soggetti fossero gli uccelli. Fra gli esseri alati, quelli che mi colpiscono di più sono quasi sempre migratori, ciò che mi ha sedotto oltre alla loro grazia e bellezza è la poesia della loro vita: vivono fra cielo e terra, fra i flutti e le tempeste, in libertà; eppure queste creature vivono una loro routine: hanno dei doveri, dei ruoli, dei percorsi precisi. Il viaggio dei migratori è sempre un’andare e tornare per le stesse vie, ed un ripercorrere, stagione dopo stagione, anno dopo anno, di generazione in generazione, lo stesso percorso.
Credo di aver cominciato a capire, a poco a poco, che questo mio desiderio di ritrarre volatili aveva a che fare con i cambiamenti che stava subendo la mia vita, con le mie scelte, con la maternità, con la vita in famiglia. Credo di avere covato dentro di me la necessità di mettere alla prova me stessa su questo: dimostrare che anche nella routine, può esserci bellezza, grazia, incanto, stupore e libertà; volevo essere in grado di ritrarre il viaggio degli esseri alati come mi ha suggerito Anna Maria Rossetti in una discussione sull’argomento: “non fuga o movimento centrifugo ma forma di aderenza alle proprie radici… l’uccello sa, è in grado di “appartenere vagando” o migrando.”
Anche noi viviamo in balìa di temporali, bufere e marosi, il nostro equilibrio dipende dal saper sfruttare le correnti d’aria, dal moto delle nostre ali e dalla cura che ne abbiamo, perché (ogni uccello che voglia sopravvivere lo sa) da quanto sapremo tenere ben pulite le penne delle nostre ali, dipenderà la resistenza che queste saranno in grado di offrire agli attacchi dei predatori, alle tempeste, ai colpi di vento.
Che tecniche hai utilizzato per i tuoi quadri?
Utilizzo sempre acrilico su tela, ha un approccio immediato e i colori sono brillanti e versatili.
Come è nato il progetto con Lipu ed evvivanoè? Tu partecipi anche al contest poetico?
Non c’è alcun progetto con la Lipu (non ancora, ma spero che un giorno si possa ideare una collaborazione), evvivanoè è la mia galleria di riferimento qui in Piemonte. La bravissima Sara Merlino, persona di gran cuore e inventiva, da tempo organizza, in occasione delle inaugurazioni delle mostre, degli eventi correlati.
L’idea è nata un pò da tutte e due. Mi parlò di un contest fotografico precedentemente realizzato, e io le dissi che stavo giusto lavorando alla raccolta di poesie sul tema del volo e sugli uccelli da distribuire alla mostra. La mia intenzione era creare un progetto in cui la ricerca e la diffusione delle splendide e numerosissime poesie che molti poeti e musicisti hanno scritto ispirati dagli esseri alati, e il racconto, attraverso i colori, della poesia della vita degli uccelli, fossero uniti in una sola forza espressiva. Quindi è nata spontanea l’idea di aprire a tutti questa ricerca/raccolta, anche a livello creativo. I poeti o gli aspiranti poeti sono invitati a portare o inviare alla galleria evvivanoè poesie sul tema “Con le ali”. Sara Merlino si sta occupando di tutta l’organizzazione del contest. Io scrivo poesie fin da quando ero una bambina, ma non le faccio leggere a nessuno. Ci sarà una mia poesia fra le altre, ma non porterà la mia firma.
Lo so che non si chiede ma quali sono le tele a cui sei più affezionata e che effetto ti fa pensare ora di vederle letteralmente volare via?
Non nascondo di essere molto emozionata. Le tele alle quali personalmente sono più affezionata sono quelle sui grandi migratori, gli animali che amo di più: gli Albatros ma soprattutto gli uccelli da cui l’idea per questa serie è scaturita, per amor loro, le Sule Bassane. Sono creature celestiali, quando le vidi in Bretagna, piansi come davanti ad un’opera d’arte o a una poesia che colpisce dritto al cuore.
Hai visto documentari interessanti? Quali ci consigli?
In Francia, vidi il film “Il popolo migratore” e rimasi profondamente impressionata. Certamente, non avessi visto quel film, questa serie non sarebbe nata. E’ stato grazie a quel documentario che ebbi il colpo di fulmine e seppi dell’esistenza delle Sule Bassane, in seguito mi recai a Sept Iles per poterle osservare.
Come ti poni rispetto l’illustrazione naturalistica tout-court? Hai voluto fare un omaggio a qualche pittore o illustratore in particolare o, in caso negativo, esiste comunque un tuo punto di riferimento in tal senso?
Mi piace l’illustrazione naturalistica, ma non è quello che voglio fare. Non c’è un pittore in particolare che mi ha dato l’ispirazione o che ho voluto omaggiare. Ma mentre la serie era in fase di lavorazione, ho visto su una scaffale in libreria, per puro caso, uno splendido libro con le opere di Ohara Koson, di cui mi innamorai follemente e all’istante.
Grazie a lui ho capito che dovevo ridurre la presenza del paesaggio al minimo, a semplice sfondo, e portare al centro l’uccello. Ma di certo non ho voluto copiarlo. Un pittore insegue sempre il proprio stile, non quello degli altri, è in continua ricerca e sperimentazione. Almeno così credo. Nel libro sull’opera di Koson c’era scritta questa frase che trovo essere l’espressione migliore della necessità e del desiderio che mi si agita dentro mentre dipingo.
catturare la vita nel cuore e nella mente e trasmetterla per mezzo del pennello, questa è la vera arte del pittore
Credo che ogni pittore sia a questo che mira ed ambisce.
Ti è mai capitato di pensare a Peter Pan e al re degli uccelli. Come vedi il rapporto tra infanzia e volatili in quel libro? E’ una cosa che ha colpito la tua fantasia, il fatto che Peter, dimenticato dalla madre, fosse andato a vivere tra loro?
La risposta è che non mi è mai capitato. Ho pensato di più a Il gabbiano Jonathan Livingstone. Non l’ho mai letto (ho letto altre cose di Bach) ma da bambina mia madre lo leggeva e rileggeva e nel mentre me ne parlava o me ne spiegava dei pezzi. Di certo è legato alla mia infanzia molto più della favola di Peter Pan. Ho questa immagine del gabbiano che vola cercando la perfezione, per andare sempre più in alto.
La Sula Bassana vola in modo perfetto, a mio parere. Cavalca immobile i venti al di sopra del mare, sembra sia immune alle leggi di gravità, ma d’un tratto, avvistata la preda può gettarsi in picchiata fino ai 200 km orari per bucare l’acqua senza schizzi e nuotare fino in profondità con le sue ali. In Francia la chiamano Fou de Bassan “La pazza dell’isola di Bass” perché si getta a quel modo. Può darsi che il mio immaginario sia stato sedotto da certe immagini anche grazie a questa suggestione derivatami dal romanzo di Bach.
La mostra, organizzata dall’Associazione culturale evvivanoé nei locali di via Vittorio Emanuele 56 a Cherasco, proseguirà fino al 31 ottobre, a ingresso libero, con orario 16-19 dal martedì al sabato e apertura con orario continuato 9,30-19 la domenica del Mercato dell’Antiquariato.
Manda la tua poesia 🙂