Libri delle vacanze per le maestre e i maestri
Elena Bottari Giugno 16, 2015La scuola è belle che finita e già tocca acquistare libri di esercizi per le vacanze, libri di lettura a scelta obbligata. Bisogna prepararsi a fare gli esercizi per le prove Invalsi anche d’estate. Ma le maestre e i maestri? Cosa leggeranno? Nel caso fossero in dubbio, ecco i libri delle vacanze anche per loro. Si tratta di piccoli fuori pista rispetto alle solite letture, per cambiare punto di vista.
Sono libri a volte impertinenti e scostumati, con copertine colorate. Libri d’altri tempi che parlano ai giovani e ai vecchi (tanto, come dice Kurt Vonnegut, siamo tutti appena arrivati).
Non c’è gusto in Italia ad essere dementi (ma noi continuiamo a provarci lo stesso) di Roberto Freak Antoni
E’ un libro di poesie e haiku, di prose ed elenchi, una piccola antologia demenziale con componimenti in emiliano e disegni imbarazzanti. Va letto come rito purificatore antiretorico ma anche come scoperta di una poesia autentica e profonda. Riflessioni sull’arte, sul giovanilismo, esperimenti e odi al tortellino imperdibili.
Visto che a scuola si studia solo l’italiano e qualche altra lingua “dominante” e gli insegnanti stentano a capire perché i ragazzi non riescano a svegliarsi la mattina, ecco una poesia in dialetto che spiega tutto perfettamente (e dona dignità poetica all’odiato “x”)
Spinsiré
A’ vindria la villa,
al castel
e tütt i cavall
la Ferrari coi acessori
x turner ragazin
cul s’indurmenta la sira
al lett sott trai quert
a testa voda,
mentar fora al neiva,
l’è fred e a tira al vent
ma lù s’insbat i maron
e taca a durmir
surridant
come la réclame
dal dentifrez.
Spensierato. Venderei la villa,/il castello/e tutti i cavalli/la Ferrari con gli accessori/x tornare ragazzo/che s’addormenta di sera/nel letto sotto tre coperte/a testa vuota,/mentre fuori nevica,/fa freddo e tira vento/ma a lui non interessa/ e comincia a dormire/sorridendo/come nella pubblicità/del dentifricio
Diario di scuola di Daniel Pennac
Una discesa agli inferi della somaraggine lamentata dagli insegnanti, spiegata dal somaro che poi è diventato un grande scrittore e un grande insegnante. Diario di scuola è il diario di un bambino dislessico, scoraggiato e afflitto dal fatto di “non riuscire”. La differenza l’ha fatta un maestro che non ha mai smesso di credere in lui, dimostrando che le ciambelle senza buco prima o poi fioriscono anche loro.
Quando siete felici, fateci caso di Kurt Vonnegut
Cosa dire a ragazze e ragazzi freschissimi di laurea? Cosa dire ai giovani? Che nutrimento dare alle loro menti, ai loro cuori? Ci ha pensato Kurt con parole piene di praticità, di poesia e di amore. Prima di tutto dire loro la verità sul mondo e sugli esseri umani. Poi indicare vie, soluzioni ma soprattutto dire loro che li amiamo e li ringraziamo. Questo libro meraviglioso trabocca gratitudine per i buoni insegnanti e le ottime professoresse che Vonnegut ha incontrato. Il destino di essere un professore, un Mespoulets, ad esempio (e bisogna leggere la storia di questo grande anche se misconosciuto professore) può sembrare oscuro ma non lo è. I bravi insegnanti contribuiscono ad illuminare il mondo.
Lui è morto da tanto tempo, ormai, ma molte delle sue idee vivono ancora dentro di me. Morì parecchi anni dopo che me n’ero andato dall’università. Suicida. Aveva grandissime teorie sulla scienza, l’arte, la religione, l’evoluzione e così via, che ovviamente esponeva durante i suoi ridicoli corsi estivi. Molte di queste, e senz’altro l’ambizione con cui approcciava i temi più vasti che si possano immaginare, sono diventati elementi della mia narrativa
Se vi chiedono cosa fanno gli artisti, credo che Vonnegut vi autorizzi a citare il suo professor Z
Fanno due cose. Primo, riconoscono che non possono rimettere in sesto l’intero universo. Secondo, fanno sì che almeno una piccola parte sia esattamente come dovrebbe essere. Un mucchietto d’argilla, un rettangolo di tela, un pezzo di carta o quello che sia.
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