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La paternità, l’altro stato interessante

Famiglia al parco

Hai presente quella scena vista mille volte nei film, girata in un ospedale, dove c’era un padre in sala di attesa che fumava mille sigarette (questo almeno siamo proprio sicuri che non può più accadere!) e aspettava di sapere se era nato/a l’erede? Era la tipica scena che raccontava la paternità di ieri, anzi ieri l’altro ormai.

Come tutto ciò che è poco esplorato, il mondo della paternità è affascinante e può riservare molte sorprese rispetto ai preconcetti che ci popolano.

Negli anni sono state scritte moltissime pagine sulla maternità e molte meno sull’aspetto maschile della genitorialità. Questo la dice lunga su stereotipi, pregiudizi, attribuzione del ruolo di cura alle donne e via discorrendo.

Pensandoci, non c’è nemmeno un modo di dire che identifichi i nove mesi di attesa paterna; di lei si dice che è incinta, oppure gravida, oppure in stato interessante. Ma il papà com’è? Questa non è una questione di poco conto, perché se è vero che “per un precoce attaccamento dei genitori al bambino sembra importante immaginare, pensare il feto, creargli uno spazio mentale” (S. Ramonda) la mancanza, a livello collettivo, di essere riconosciuto come “in stato interessante”, non aiuta il futuro papà.

Con queste premesse, diventa importante intendersi dapprima sul termine, etimologicamente la parola padre rimanda a proteggere e nutrire, colui che protegge, nutre, mantiene, sostiene la famiglia. Il dizionario Sabatini Coletti definisce la paternità come “Condizione di padre; legame che esiste tra padre e figlio sia dal punto di vista affettivo che sotto il profilo giuridico”.  Queste definizioni sottolineano due legami, quello affettivo e quello giuridico, che portano alla distinzione tra essere e sentirsi padre: la prima è una questione biologica e giuridica, la seconda è una questione emotiva, affettiva, di relazione.

Dice la dottoressa Sabrina Ramonda nella sua ricerca L’esperienza della paternità tra mondo interno e realtà esterna (2004)  “la figura paterna e la funzione paterna non possono sempre essere del tutto sovrapposte, la prima corrisponde ad una percezione del padre propria della società, la seconda riguarda il modo intimo, personale, proprio di ogni uomo di vivere la paternità. La funzione ha fondamenti biologici avvicinabili a quelli materni. La funzione paterna è ciò che il padre sente di dover fare per il figlio, è la risposta emotiva ed affettiva ai bisogni ed alle richieste del figlio, è la predisposizione interiore di essere realmente padre.” La differenza sta nell’essere e sentirsi padre: esserlo è un riconoscimento di funzioni e responsabilità, sentirsi padre riguarda l’emozione, il sentimento della paternità.

 

Quando inizia la paternità

“Caro, aspetto un bambino” quello è il momento in cui inizia la paternità. La tua pancia rimarrà la stessa, mentre quella della tua compagna si appresta a diventare sempre più grande, ma quel bambino cresce anche dentro di te. Se non fosse che a livello biologico, sei padre. Come la tua compagna, anche tu hai nove mesi di tempo per rendertene conto.

Quanti tipi di paternità?

Gli studi parlano di modelli di paternità e ne presentano alcuni.

Queste suddivisioni sono ormai antiche, non per questo non sussistono più, ma forse se ne sono aggiunte delle altre. Il padre dei nostri giorni è una figura nuova, è il padre che assiste alle ecografie, che partecipa al corso di preparazione al parto, che assiste alla nascita e che, in ambito educativo, non ricopre solo la funzione punitiva ma anche quella di cura.

Tu che tipo di papà pensi di essere?

Aforismi sul papà 

Immagine Istckfoto