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Quando i genitori invecchiano: come non farsi travolgere dal cambiamento?

Anziano signore fa la maglia

Nella nostra era si è stabilito che la vecchiaia non ci piace, facciamo tutto il possibile per allontanarla e iniziamo a farlo molto presto. Se un tempo ci si limitava a tingere i capelli per nascondere quelli bianchi, oggi facciamo molto di più e possiamo anche ricorrere alla chirurgia plastica per nascondere i segni inevitabili dell’età che avanza. Lo facciamo per vanità, alcuni dicono addirittura di farlo spinti da “motivi di lavoro”, in realtà quello che cerchiamo di fare è di evitare l’invecchiamento.

Nel nostro tempo la vecchiaia è vista in modo negativo, è l’età in cui non si produce ma si continua ancora a consumare, è l’età che necessita di cure e di accudimento, ancor prima che un fatto personale, oggi la vecchiaia è un grande problema sociale ed è ad una svolta a livello culturale. “Il grande saggio” rappresentato dal vecchio non è più considerato come una figura importante, dalla quale attingere conoscenza e storie passate.
La vecchiaia non ci piace, non vogliamo proprio considerarla e facciamo di tutto per illuderci di poterla sconfiggere.
Con questo contorno culturale, incrementato dalla pubblicità e dalla comunicazione di massa che ci vendono continuamente un modello di gioventù eterna, in realtà noi ci apprestiamo ad assistere, in modo quasi inconsapevole, prima che alla nostra, alla vecchiaia dei nostri genitori. Succede piano piano, ci vuole del tempo e nemmeno poco, ma è come ce ne accorgessimo all’improvviso e una specie di stupore ci coglie e ci lascia attoniti: i nostri genitori invecchiano.
Questo fenomeno del tutto naturale ed auspicabile, spesso porta con sé una serie di emozioni inaspettate che vanno dall’incredulità fino alla rabbia e che possono lasciare attoniti i figli, a loro volta già abbondantemente adulti.
E’ in questo modo che ci si ritrova a faticare a comprendere le prime variazioni di abitudini che danno il preavviso di una trasformazione che è già iniziata;

Di norma tutto ciò accade quando i figli sono prossimi alla cinquantina, nel pieno del turbine del loro lavoro, con prole poco più che adolescente. A questi figli farebbe piacere potersi confrontare con i genitori, finalmente da adulti, e sarebbero molto contenti di mostrare i loro progressi, le mete raggiunte o, al contrario, vorrebbero ancora un supporto per riuscire a lottare contro le difficoltà che, specie di questi tempi, non mancano. Invece succede che ci si ritrova ad essere genitori dei propri figli e qualcosa di simile anche nei confronti dei genitori. Una generazione di mezzo che deve occuparsi delle altre due e non è facile.
La qualità della relazione passata si presenta prepotente e agevola o complica a seconda di come sono stati i rapporti con i genitori. Ci si può addirittura sentire come traditi perché la nostra parte di bambini eterni per un po’ prende il sopravvento e sovrasta tutti i ragionamenti e le comprensioni concrete della situazione. Ci sembra impossibile che abbiano fatto proprio a noi una cosa così grave, sono invecchiati senza preavviso e senza chiedere il nostro parere.
Le situazioni tipiche sono generalmente tre, tutte difficili:

In ogni caso, come recita un detto popolare, “Tutti i nodi vengono al pettine” e anche quando il rapporto è stato turbolento, difficile, faticoso, ci si ritrova a doversi occupare di loro.
Gli elementi in gioco sono tantissimi, le emozioni molteplici, le sensazioni che si provano sono infinite ed è necessario trovare il modo di affrontare la situazione perché quando il processo inizia, procede indipendentemente dalla nostra situazione emotiva e noi siamo comunque chiamati in causa.
Qualche suggerimento:

La foto del signore che fa la maglia è di US National Archives