Leggiamo e sentiamo spesso usare espressioni, frasi fatte e modi di dire che non sempre ci sono chiari, specialmente quando si riferiscono a usi ed eventi del passato o a parole tipiche di alcune regioni. Ecco quindi un piccolo glossario di espressioni più o meno gergali e di parole forse un po’ oscure. Alcune hanno a che fare con la morte e la malora, altre sul cadere in disgrazia. Molte si riferiscono a disposizioni d’animo o ad azioni che riguardano i rapporti con il prossimo.
L’ultima spiaggia
Ultima occasione di risolvere una situazione. Questo modo di dire deriva dal titolo italiano, L’ultima spiaggia, del romanzo apocalittico On the beach dello scrittore Nevil Shute, e dell’omonimo film statunitense del regista Stanley Kramer.
Tirare il calzino
Morire o tirare le cuoia. Questa espressione fa riferimento al rigor mortis.
Cavarsela per il rotto della cuffia
Cavarsela alla bell’e meglio, come meglio si può, cavarsela anche un po’ per miracolo, per un soffio.
Perdere la tramontana
E’ un sinonimo perdere la bussola, le staffe ovvero perdere l’orientamento ma soprattutto la pazienza. La stella polare veniva anche chiamata stella tramontana ed era punto di riferimento per i navigatori.
Fare gli occhi da triglia
Avere uno sguardo languido da innamorato. L’espressione fa riferimento agli occhi brillanti delle triglie.
Finire sul lastrico
Finire per strada sul lasticato, sulle lastre con cui pavimentano le strade. Cadere in disgrazia al punto da non avere più niente e dover dormire all’addiaccio.
Di buzzo buono
Con buona disposizione d’animo, con buona volontà, con buono stomaco (con la parola buzzo si indica la pancia in romanesco).
Non aver più nemmeno gli occhi per piangere
Aver pianto tutte le lacrime che si ha. Aver perso tutto.
Mangiare la foglia
L’espressione deriva dal francese manger la feuille (mangiare il foglio) e si riferisce ad un episodio avvenuto nel 1373, quando gli ambasciatori del Papa andarono da Bernabò Visconti a notificargli la scomunica papale e furono da lui accolti sul fiume Lambro. Alla lettura del documento, Bernabò disse scegliete pur voi, o mangiare o bere: i due capirono che bere significava essere buttati nel fiume e preferirono ingoiare la pergamena.
Male in arnese
Essere messi male, in cattive condizioni economiche. Essere al verde. L’arnese era l’utensile o lo strumento di lavoro.
Ce lo siamo giocato
Espressione sorella di dare i numeri e ha a che fare con il lotto. Significa lo abbiamo perso, è andato.
Uccel di bosco
Essere un uccel di bosco, rendersi uccel di bosco, sono espressioni molto comuni nella nostra lingua e significano essere un fuggiasco, rendersi irreperibile ed espressioni dal significato simile. La locuzione viene per lo più usata in riferimento a persone in fuga dalle forze dell’ordine, ma anche in contesti più scherzosi come sinonimo di libero. Non farsi prendere al laccio.
Farsi prendere al laccio
Farsi intrappolare, lasciarsi assoggettare o tenere al guinzaglio. L’espresisone allude al laccio d’amore, un cordone dorato con dei nodi d’amore (nodi scorsoi), usato in pittura come metafora del tormentoso sentimento.
Non c’è trippa per gatti
Frase attribuita al famoso sindaco di Roma Ernesto Nathan, che, alle prese con le ristrettezze finanziarie del Comune, fece tagli al bilancio, tra cui anche la somma che si stanziava per sfamare i gatti che venivano utilizzati contro i topi che infestavano gli archivi comunali.
Per filo e per segno
Fare le cose come si deve, con precisione. Nell’antichità gli imbianchini e i taglialegna battevano la corda sui muri e sul legno, ovvero trattenevano su queste superfici un filo bagnato nella vernice colorata per poi lasciarlo andare di colpo, così da fargli disegnare una sorta di impronta utile come tracciato. Oggi gli imbianchini usano lo scoth di carta allo stesso scopo.
Fare la melina
Il termine melina è usato nella pallacanestro, nel cui gergo mela e melina sono usate per indicare il pallone di gioco. L’espressione deriva dal gioco della melina, com’era chiamato a Bologna un gioco diffuso anche altrove, consistente nel passarsi un cappello lanciandolo sopra la testa del suo proprietario, senza farglielo prendere. Fare melina significa trattenere la palla e congelare il gioco passandosi la palla senza far avanzare il gioco. L’espressione ha poi assunto il significato di tirarla per le lunghe a scopo dilatatorio, procrastinare.
Fare la fine del tordo
Essere ingenui e creduloni, farsi raggirare facilmente.
Fare una figura da cioccolataio
Un cioccolatiere di Torino usava come mezzo di trasporto una carrozza trainata da quattro cavalli in un tempo in cui i borghesi erano soliti usare solo due cavalli da traino. Il duca Carlo Felice di Savoia si lamentò con il cioccolatiere chiedendogli di non ostentare abitudini reali perché il re non poteva permettersi di essere scambiato per un cioccolataio, e quindi di fare na figura da cicolatè.
Fare la figura del peracottaro
Espressione per indicare che si sta facendo una brutta figura, la figura dell’incapace.
Santabarbara
Indica il deposito delle munizioni su una nave da guerra, per estensione si usa per definire una situazione esplosiva. Santa Brbara è la patrona degli artificieri e dei marinai della marina militare.
Cincischiare
Parola toscana che indica l’azione di sgualcire o tagliare male, a fatica, qualcosa. In senso assoluto significa titubare, perdere tempo.
Beghina
Donna che vive tra lo stato religioso e quello laico, senza una vera e propria regola monastica e pronunciando solo i voti di ubbidienza e castità. Donna che ostenta una devozione esteriore e formale, donna bigotta e bacchettona.
Bazzicare
Frequentare luoghi o persone.
Baciapile
Parola composta da baciare e da pila (parola che indica l’acquasantiera), indica una persona che esageratamente e falsamente religiosa, una persona bigotta.
Briccone
Deriva da bric, montagna. Persona scaltra e birbante, astuto montanaro.
Eureka!
Ho trovato! in greco antico. Si dice che questo modo di dire sia stato inventato da Archimede. Indica una scoperta appena avvenuta o un’invenzione.
Pinzillacchere
Parola inventata da Totò per indicare sciocchezza e cose di poco conto.
Pisquano
Parola lombarda adattamento dell’inglese pipsqueak che significa persona, cosa insignificante.
Geremiade
Previsione funesta. Piagnisteo, discorso lamentoso.
Turlupinare
Nome degli appartenenti a una setta ereticale medievale che nella seconda metà del 14° secolo si diffuse in Savoia, Delfinato e a Parigi. Chi scherza sulle cose di religione, o che ama fare beffe di cattivo gusto. Turlupin fu poi nome d’arte dell’attore Henry Legrande, detto Belleville. Turlupinare significa raggirare ingannando la buona fede o l’ingenuità altrui.
Impiastro
Essere una lagna, una persona appiccicosa e lamentosa che sta sempre tra i piedi e non si scolla, proprio come i cataplasmi e gli impiastri medicamentosi di un tempo.
Addiaccio
Recinto delle pecore senza riparo, all’aperto.
Energumeno
Ossesso, posseduto che grida e si agita divincolandosi.
Pimpante
Che dà nell’occhio, che attira l’attenzione, vivace ed esuberante.
Schiattare
Scoppiare, crepare.
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