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La sicurezza degli alimenti

Torte in un bamco frigorifero

Capita di aprire il frigorifero e di venire travolti da miasmi poco compatibili con la salute e la longevità! Capita anche di rinvenire reperti che potrebbero facilmente provenire dal altri decenni o da cantine medievali. A parte il fascino decadente che un frigorifero così può avere, e il valore scientifico che avrebbe un’indagine al miscroscopio delle muffe qui conservate, se volete anche lontanamente sfiorare comportamenti corretti in fatto di cibarie sarà necessario indirizzarsi verso ben diverse abitudini.

Non è facile ma ne vale la pena!

Regole d’oro per alimenti sicuri

Il consumatore oggi ha un importante strumento che indica le caratteristiche di un prodotto alimentare e che molto può dire sulla sicurezza di un cibo, ovverosia l’etichetta che rappresenta la carta di identità di un prodotto. E’ definita l’

insieme delle citazioni, delle indicazioni, dei marchi di fabbrica o di commercio, delle immagini o simboli che si riferiscono al prodotto alimentare esposti sull’ imballaggio o su un’etichetta o su cartelli, o fascette, legati al prodotto.

Sull’ etichetta troviamo spesso il Marchio di qualità, che ha la funzione di certificare che il prodotto abbia determinate caratteristiche qualitative e/o sia stato prodotto seguendo determinati procedimenti.
Questo sistema di tutela introdotto dalla legislazione europea nel 1992 è molto simile ad alcuni sistemi già presenti in alcuni stati europei: in Italia dal 1963 è in vigore la Denominazione di Origine Controllata (DOC), in Francia esiste l’Appellation d’Origine Contrôlée (AOC), in Spagna la Denominación de Origen. L’Italia attualmente vanta il primato europeo tra i prodotti DOP, IGP e STG.

L’etichetta deve indicare:

Qualche esempio:

Frutta e ortaggi

Le etichette devono fornire informazioni obbligatorie relative alla:

Uova – dal primo gennaio 2004 sono in vigore le norme per l’etichettatura delle uova:

Carne bovina

Le carni poste in commercio devono essere accompagnate dalle seguenti informazioni:

Le carni in esposizione devono recare inoltre il prezzo unitario (per kg), la specie animale di provenienza e lo stato fisico del prodotto (carni fresche, congelate, scongelate).
Oltre a quanto previsto dalla certificazione obbligatoria, attraverso la certificazione volontaria, il venditore può dare ulteriori informazioni. Ad esempio:

Latte

La normativa italiana definisce il latte come il prodotto della mungitura della vacca. Il latte prodotto da altri animali deve essere accompagnato dalla specificazione della specie di provenienza (ad esempio, latte di capra).
Il latte destinato al consumo umano deve essere confezionato in contenitori chiusi, non riutilizzabili dopo l’apertura, ed in grado di proteggere il prodotto da contaminanti esterni; il latte deve essere stato sottoposto ad un trattamento termico di risanamento, allo scopo di migliorarne la conservabilità.
Il latte crudo, non trattato termicamente, può essere messo in vendita solo direttamente, dal produttore al consumatore, nella stessa azienda di produzione.
Il latte non deve contenere acqua ossigenata o residui di farmaci o conservanti chimici.
Le confezioni nelle quali il latte è posto in commercio devono recare la data di scadenza: da consumarsi entro giorno, mese e anno.
Il latte può essere classificato secondo diversi criteri.
In base al trattamento termico si distinguono:

E’ in vigore l’obbligo di indicare sulle confezioni di latte fresco il luogo di provenienza della stalla di mungitura e non solo quello dello stabilimento di confezionamento.
In base al contenuto di grassi si distingue:

Alimenti con ogm (come gelati, oli, merendine e farine)

La loro presenza negli alimenti dovrà essere indicata in etichetta se superiore allo 0,9% (0,5% per quelli in corso di autorizzazione), mentre non è ammesso alcun margine per gli Ogm non autorizzati.

Il concetto di sicurezza alimentare è entrato da anni nel nostro linguaggio comune, due termini molto semplici che rimandano a cibo e tranquillità. Come dire che, a tavola, possiamo stare tranquilli. Il cibo che acquistiamo è controllato, ispezionato, sicuro e, se consumato in giuste quantità, non può farci del male. Una garanzia per il consumatore.
La nozione è semplice, ma in realtà prevede tecniche, metodi, procedure che devono essere applicate a tutto il processo di produzione di un alimento.
Il percorso che porta alla sicurezza alimentare è molto complesso e gli attori non sono solo i produttori ed i venditori, ma ha un grande ruolo il consumatore stesso.
Chi fa la spesa vuole avere la certezza che gli alimenti che acquista siano sicuri e non presentino alcun rischio per la salute. Per avere questa certezza è importante seguire alcuni accorgimenti.
Quando si fa la spesa

Anche la preparazione dei cibi merita la dovuta attenzione:

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