Intervista a Giovanna Pignataro, creatrice, assieme a Tiziano Squillace, di cartoni animati fantastici e poetici.
Rai Yoyo programma da tempo gli stop motion Storie spiegate, basato su un tema musicale a cui si adattano filastrocche composte da Giovanna. Lo scenario è un asse da stiro e la storia è “illustrata” da indumenti opportunamente piegati e stirati.
Minuti montati è un tripudio d’ inventiva, di assemblaggio e di riciclo. Partendo da bulloni, spazzole, molle e caffettiere zebrate, strani animali prendono forma e ci fanno venire voglia di provare a fare altrettanto.
Facciamo luce è un teatrino delle ombre che spiega il proprio segreto, permettendo così ai bambini, e anche ai genitori, di capire come fare altrettanto o, almeno, di provarci.
Giovanna Pignataro è figlia d’arte. Suo padre, Felice Pignataro, è il fondatore dell’associazione Gridas, di cui consigliamo di visitare il sito, anche perchè contiene materiali e spunti molto interessanti per chi voglia cimentarsi in lavoretti creativi con i bambini.
Giovanna è stata così gentile da rispondere a qualche domanda che le abbiamo posto, ecco l’intervista
Come è nato il vostro progetto e da dove avete preso il nome “La casa dei conigli”?
Il progetto è nato un po’ per gioco, un po’ per caso. Io avevo la passione per la scrittura, Tiziano (l’altro socio: siamo in due soltanto!) per l’illustrazione. Mai fatto animazioni, ma a volte i percorsi di vita portano per strade insospettabili. Avendo realizzato insieme alcuni albi illustrati (mai pubblicati), di cui alcuni “illustrati” con immagini di pupazzi costruiti da Tiziano apposta, avendo provato un po’ per gioco a mettere in movimento alcune illustrazioni bidimensionali, per allegare un dvd agli albi, i pupazzi e le pseudo-animazioni furono viste da qualcuno che pensò avessero delle potenzialità e arrivò la proposta di realizzare Minuti montati….da lì il turbine di lavoro che ci ha dirottato sull’animazione per la tv e per le scuole…non ci siamo arricchiti, anzi, stentiamo, nella nostra realtà, a mantenerci in piedi, ma ci sembra che sia la nostra strada, dunque resistiamo!
La storia del nome è forse deludente: l’addetta alle parole nella società sono io. Ho sin da piccola una passione per i conigli, che avevo scelto come animale totem, da lì ho proposto che la nostra Casa (poiché si pensava potesse essere una casa editrice, altrimenti avremmo pensato a…Lo studio del coniglio?) si chiamasse così, e Tiziano non ha detto di no! Niente di speciale dunque…
Il vostro motto è “Compostaggio rifiuti della mente. Si ricicla tutto e non si butta nulla, soprattutto le idee …” e infatti le vostre storie animate, stirate, illuminate e montate, sono un vero vulcano di creatività e di recupero dei materiali. Qual’è il vostro metodo creativo?
Non c’è un vero e proprio metodo. Spesso le cose, le idee, gli spunti, vengono fuori improvvisamente, girando per casa, facendo la spesa, guardando gli oggetti, e anche pensando a cosa non ci piace.
Non ci piace vedere l’infinità di titoli di coda, dunque di persone e di soldi che spesso sembrano necessari per creare cartoni animati per bambini che non dicono nulla di nuovo.
Ci piace vedere che con poco, con quasi niente, possiamo raggiungere le case di tutta Italia e colpire le menti di tanti bambini che inventano nuove canzoni sulle note delle nostre Storie spiegate. Le nostre stoffe stirate sono per lo più vestitini dismessi dai nostri rispettivi figli e nipoti, vecchie vestaglie della bisnonna, tovaglie prestate dalle cucine. I nostri minuti montati sono nati nei negozi “Tutto a € 0,50”, le nostre ombre pure, eppure Facciamo luce! ha avuto tanti riconoscimenti, anche internazionali. Allora vuol dire che bastano le mani e la mente e si può fare tutto! E’ questo che andiamo ripetendo ai bambini che incontriamo: l’importante è avere qualcosa da dire! E’ questo che spesso manca a tanti altri, costretti a stupire con gli effetti speciali, per colmare i vuoti contenutistici….
Avuta l’idea, il metodo creativo si compone da sé, dopo le prime prove tecniche, dopo gli affinamenti degli strumenti di lavoro (anch’essi autocostruiti), dopo le prime visioni sottoposte ai familiari (soprattutto ai piccoli, più sinceri e spietati!) ed ecco che il lavoro inizia a scivolare…
Chi compone le filastrocche di storie spiegate?
Le filastrocche sono tutte scritte da me. Dato che il nostro metodo lavorativo è sempre un po’ sperimentale, anche i testi sono passabili di modifiche se in fase di animazione sorgono problemi (incompatibilità con le immagini da mostrare, tempi insufficienti, difficoltà nel registrare un testo, ecc.), ma in ogni caso la parte di composizione dei testi spetta a me, mentre quella di animazione a Tiziano.
La collaborazione con le Nuove tribù Zulù è limitata al tema musicale delle filastrocche di Storie spiegate o collaborate con loro anche per altri progetti?
Le Nuove Tribù Zulù hanno composto le colonne sonore delle tre serie che abbiamo in onda. Quello con loro è stato un incontro molto importante, sia umanamente che lavorativamente.
Il progetto più grande fatto insieme è stato quello dei laboratori nelle scuole, svolti a Scampia tra il 2008 e il 2009. Loro conducevano laboratori musicali con i bambini, noi avevamo finalmente l’opportunità di realizzare dei laboratori di cinema d’animazione nelle scuole elementari di Scampia (quartiere dove io sono nata e cresciuta e dove ancora svolgo attività con il Gridas), laboratori del nostro progetto “Piccoli e corti”, che più volte avevamo proposto invano nelle scuole di Nola e dintorni. Allora pensammo di coinvolgere anche loro, unire i due percorsi e realizzare due laboratori paralleli, che sfociassero in un unico risultato: 11 corti di animazione, realizzati interamente nelle aule delle scuole elementari, che narravano storie o situazioni pensate dai bambini stessi, con le colonne sonore scritte, suonate e cantate in aula da loro, insieme alle NTZ. Fu un lavoro pazzesco, in tutti i sensi. (Sul nostro canale youtube sono visibili tutti i corti). Per motivi di distanza e difficoltà varie l’esperienza non si è ripetuta con loro, ma le nostre strade si incrociano spesso perché condividiamo molte idee e modi di sentire…
Abbiamo notato, riguardando cartoni animati degli anni ’70 come Toffsy e Il Signor Rossi, che i diversi accenti italiani e anche i dialetti erano una componente importante della caratterizzazione dei personaggi e delle storie. La bambina di “Storie spiegate” ha un bellissimo accento campano, è un piacevole ritorno dell’italiano parlato così com’è davvero. Quali temi e quali atmosfere della vostra terra cercate di infondere nelle vostre creazioni?
Non c’è un legame particolare nelle creazioni che facciamo per la televisione con la terra dove viviamo. Ma nello stesso tempo non c’è tentativo di non renderla riconoscibile. Almeno nelle cose fatte finora non ci è capitato di realizzare lavori “campani”, ma sicuramente parliamo con la nostra cadenza e abbiamo un’educazione ricevuta qui, quindi lasciamo che la nostra natura venga fuori così com’ è. La bambina che canta le Storie spiegate utilizza la sua voce di bambina (allora di cinque anni), con la cadenza che le è naturale: non è stata volutamente corretta, non perché rappresentasse la Campania, ma perché fosse naturale, comune, ecco.
Nei lavori fatti con i bambini, a scuola, invece, viene fuori volutamente il loro territorio, perché anche lì è la loro naturalezza ad essere messa al primo posto e gli argomenti sono quelli che li riguardano da vicino, quindi sono lavori più caratterizzati dall’appartenenza territoriale. In alcune cose che abbiamo in lavorazione probabilmente verrà fuori maggiormente il luogo dove siamo, ma questa è un’altra storia…
A quali progetti state lavorando e quali novità avete in serbo per il 2013?
Abbiamo già ultimato due serie realizzate con acqua colorata su piano luminoso. Acqua pulita, dove ogni puntata vede la magia della creazione di un disegno che prende vita mescolando i colori mentre viene realizzato. Il titolo è dovuto al fatto che al termine della puntata uno straccio lo cancella, lasciando che i colori proseguano i loro mescolamenti nella fantasia dei bambini. Ma alludiamo anche all’acqua, bene comune, che ci piacerebbe restasse limpida e “pulita”!
L’altra serie, realizzata in maniera molto simile, è un Calendario dell’avvento, dove un pesciolino-cometa dalla lunga coda dorata, conduce i bambini lungo un corso d’acqua piuttosto arido: attraversa ingiustizie, disuguaglianze, violenze, sporcizie di vario genere, ma giunge alla fine, nel 25° giorno, a portare acqua ad un albero che rinasce. E’ l’albero della speranza in una possibilità altra di vita in cui tutto sia più equo.
Entrambe queste serie dovrebbero andare in onda nel 2013.
Abbiamo poi altre cose in corso di lavorazione, ancora non concluse, dunque ancora in divenire…posso dire solo che i nostri intenti sono sempre gli stessi: dare un senso profondo agli spazi che la televisione dedica ai bambini, senza la pretesa di essere esaustivi, ma anzi sempre con l’idea di suggerire per lasciar continuare, per lasciare che la mente dei piccoli sia stimolata a immaginare e proseguire da sola.
Grazie Giovanna e a presto!!