Uomini e donne, peccato essere uomini?! Questa pubblicità mi ha subito fatto ricordare una persona che ho conosciuto anni or sono. Un ragazzo giapponese, un giovane uomo super colto, serissimo ma con grande senso dell’umorismo, che portava con disinvoltura una borsa verdina simile a quella immortalata in questa pubblicità. Solo era forse più facile da indossare, perché aveva delle bretelle lunghe, che permettevano di mettersela sulla spalla senza doversi attirare addosso la maledizione di una tendinite. E nessuno lo trovava strano 🙂
La pubblicità sembra gridare “Che male c’è se mi piacciono le borse?”. Ecco, nessuno!
Non capisco bene perché sia necessario mostrare un povero ragazzo in mutande, visto che la borsa non è un reggicalze e non sfigura abbinata ad un paio di pantaloni.
Vista la mia adorazione per lo stop motion e l’animazione in genere, non posso fare a meno di notare che il tipo di mutanda è esattamente quella che spesso ritrovo nelle avventure di Shaun la pecora. E’, per essere precisi, la mutanda che la pecora grassa indossa a mò di cappello, quando si impegna negli esercizi dimagranti.
Il ragazzo qui ritratto sembra un pò dubbioso. Ha la barba e il lucidalabbra, i tatuaggi e una catenina che ricorda certe collane che vanno di moda adesso. A ben guardare, però, il pendaglio a croce è appeso ad uno spago bianco.
Avrà speso una fortuna in cerette. Spero per lui che le stelline siano solo disegnate, perché hanno l’unico senso di sfumare dal rosso al turchese, le due tonalità dominanti nella fotografia.
Il messaggio è “Signore! Siate felici perché potete indossare senza problemi questa borsa, non come lui che vorrebbe ma non può e resta nel frattempo due ore in braghette estive, rischiando la polmonite“. Il pubblicitario che ha ideato questa campagna pubblicitaria presume che le signore si beino della visione di un giovanotto svestito. Ma?
Che effetto ti fa questa fotografia? Ti verrebbe voglia di lanciargli qualcosa da mettersi addosso, di prestargli le tue borsette e di dirgli che non è la borsa a fare l’uomo, ma l’uomo a fare la borsa?