Letteratura poetica per narrare la disabilità.
La voce dei colori, di Jimmy Liao, una bella sinestesia per aiutarci a “guardare” il mondo nei panni di una ragazzina non vedente.
I bulbi dei piccoli, Edizioni Gruppo Abele, 2011
Dal buio delle pagine iniziali, grazie alle visioni fantastiche della protagonista, si passa al colore e alla più pura poesia. La bambina si rivolge direttamente al lettore “In quale stazione prendi di solito la metropolitana? A quale stazione scendi? Riusciremo a incontrarci?”
La bambina sembra alla ricerca di qualcosa che lei chiama “il frutto più succoso”, “il roseto in fiore che tanto cerco”. Nella sua ricerca incontra mostri, ossa di dinosauri, elefanti in costume da bagno, delfini, oche, streghe e cigliegi in fiore.
Il libro è dedicato ai poeti e vengono in mente la Poesia a Cassandra, di Pierre de Ronsard, lo scritto di Guido Gozzano che dice “Non amai che la rosa che non colsi” o di Dino Campana.
La protagonista sembra perdersi in una città labirintica, piena di scale e di treni della metropolitana, ma poi, dice, “Una via di uscita si trova sempre”, “…per fortuna, c’è sempre qualcuno che si prende cura di me”, “Come una principessa, furtivamente, conservo delle scintillanti scarpette di cristallo”, “Cerco la mela rossa più dolce, cerco la foglia d’oro perduta”. Le illustrazioni sono magnifiche. Jimmy Liao è un grande illustratore.
A Cassandra
Dolcezza,andiamo a vedere se la rosa
che stamattina aveva dischiuso
la sua veste di porpora al sole,
ha perso un poco questa sera
le pieghe del suo vestito rosso,
e il suo colore simile al vostro.
Ahimè,vedete come, in sì breve spazio,
dolcezza, ella ha al suolo
lasciato cadere le sue bellezze!
O natura veramente matrigna,
poiché un tal fiore non dura
che dal mattino fino alla sera.
Dunque, credetemi, dolcezza,
finché la vostra età fiorisce
nella sua più verde freschezza,
cogliete, cogliete la vostra giovinezza:
come a questo fiore, vecchiezza
farà appassire la vostra beltà.
Pierre RonsardCocotte
Il mio sogno è nutrito d’abbandono,
di rimpianto. Non amo che le rose
che non colsi. Non amo che le cose
che potevano essere e non sono
state… Vedo la case, ecco le rose
del bel giardino di vent’anni or sono!
Guido GozzanoIn un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue roseP. S. E così dimenticammo le rose.
Dino Campana (per Sibilla Aleramo)
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Cosa ci dici di Mr Wing? Bello vero?
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Articolo di Elena Bottari