Dalla parte degli adolescenti
Elena Bottari Novembre 15, 2012Se proprio ti risulta difficile ricordare come eri da teenager, prova ad immaginare di guardarti allo specchio e di non riconoscere più il tuo corpo. Poi, prova a pensare di essere in una sorta di stato confusionale, avere diversi pensieri in contrasto tra loro. Ed immagina di non riuscire a capire cosa ti piace e cosa non ti piace.
Ti sei immerso nella parte? Se ti sembra di non esserci ancora riuscito, possiamo fare di più, raccontarti nel dettaglio una mattinata tipo, tu però devi impegnarti ad immaginare.
Ti sei appena alzato dal letto e, svestendoti, ti trovi un corpo diverso, più peloso, con parti più grosse di come le ricordavi. E i tuoi capelli ti fanno schifo, a prescindere da come sono in realtà: se li hai ricci li vorresti diritti, se li hai biondi li vorresti mori, se li hai corti li vorresti lunghi.
E’ arrivato il momento di vestirti, apri il tuo armadio e ti fa tutto schifo. Fino a pochi giorni fa andavi matto per quella polo rossa o per la maglietta della Disney, adesso saresti disposto a non uscire da casa pur di non indossarla.
Poi vai in cucina per consumare la tua colazione e sei indeciso tra bere la solita tazza di latte, che ti piacerebbe molto, o iniziare con un caffè perché i tuoi amici fanno così e tu, senza sapere il perché, sei spinto a fare come loro.
Non vedi l’ora di uscire, non te ne frega niente della scuola, ti interessa solo incontrare gli altri “raga” che hanno iniziato nello stesso modo la giornata.
Benvenuto nel mondo di un adolescente!
Il transito dalla dimensione di bambini a quella di giovani adulti non è immediato, così come il corpo ha bisogno di tempo per cambiare e svilupparsi, anche la mente ha l’esigenza di un tempo di adattamento. Conflitti, ansie e paure sono solo alcuni dei disagi che vengono vissuti durante l’adolescenza.
Tutta la famiglia è coinvolta da questo fenomeno naturale, un movimento ondulatorio la colpisce: un po’ viene cercata, un po’ respinta. L’adolescente provoca e vive questa oscillazione tra dipendenza e ricerca di autonomia. Quel che serve è l’equilibrio, è molto importante restare la “base sicura”, il punto di riferimento per il proprio figlio. Questo non vuol dire fare gli amiconi e gli adolescenti anche noi, bensì significa accogliere sia le richieste di autonomia sia quelle di sostegno, accompagnare il figlio in questo transito. A questo servivano i riti di passaggio, a sancire un attraversamento in modo socialmente riconosciuto, come dire ci siamo passati tutti, siamo tutti con te e, allo stesso tempo, vigiliamo su di te.
Sembra che gli amici rimpiazzino i familiari, assumono un’ importanza che non hanno avuto prima d’ora, solo loro sanno, tutto, qualsiasi cosa sembra basarsi sul giudizio insindacabile degli amici. I coetanei, il gruppo dei pari come si dice oggi, diventano il baricentro, tutto passa attraverso di loro, il conformismo dapprima rivolto alla famiglia ora è volto al gruppo. Ci si veste come indica la cultura del gruppo di appartenenza, si ascolta quella musica, ci si ritrova in quei posti e non in altri. Questa condivisione in gruppo è molto importante perché permette il confronto e la condivisione. Certo è che aumentano le richieste di uscite fuori casa e questo è spesso motivo di litigi, l’autonomia è faticosa sia nel favorirla sia nell’acquisirla.
Spesso ho pensato che chi ha detto “il mestiere più difficile è quello del genitore”, avesse un figlio adolescente!
Il film “Caterina va in città” può aiutare ad inquadrare la situazione : )
Tu hai figli adolescenti? Hai dimenticato la tua adolescenza o, proprio perchè la ricordi bene, non sai dove sbattere la testa?
Prova a riflettere sul rapporto genitori-figli vedendo la cosa anche dal loro punto di vista.
Parlaci della tua esperienza!
Articolo di Flavia Cavalero
Comments (3)