Quasi tutti i bambini sono alle prese con i compiti delle vacanze, alcuni oltre ai compiti di scuola hanno i compiti di logopedia, quelli che servono a leggere e a scrivere più facilmente se si è più o meno “gravemente afflitti” da dislessia.
Se la dislessia è di casa avrai già capito che le sillabe sono le tue migliori amiche. È tutto un leggere in orizzontale, in verticale, random parole e sillabe. Allenare l’occhio e l’apparato fonatorio a riconoscere segni e a pronunciarli bene, questo è il compito extra per queste vacanze.
Ci sono suoni più difficili, a seconda del soggetti. B e p in stampatello minuscolo, per noi, sono particolarmente fetenti. Perchè “noi”? Tutti dislessici in famiglia?
Potrebbe essere vero perché c’è anche una componente genetica nella dislessia ma, anche se i genitori non sono dislessici, sono spesso coinvolti molto attivamente nel percorso di addomesticamento di suoni e lettere.
Dicono gli esperti dell’autonomia e della responsabilizzazione degli infanti che i compiti andrebbero fatti da soli dai bambini. Dipende dai bambini però! Quelli che bisogna convincere a cannonate vogliono portare almeno un adulto con sé all’inferno del libro delle vacanze. Quelli che sentono di non farcela con sottrazioni, tabelline e testi da comprendere hanno bisogno di un aiuto, più o meno comprensivo ma presente.
E ma bisognerebbe che…
Bisognerebbe che i galli facessero le uova! Che i bambini debbano raggiungere tutti gli stessi obiettivi nello stesso tempo non è vero, non è logico né umano aspettarselo e meditare reclami per difetti di fabbricazione. Quello che pochi avranno il coraggio di dire è che i figli potrebbero avere tempi di crescita geologici senza che questo significhi ritardo o tara mentale. È che gli esseri umani non sono macchine e ci vuole tempo, probabilmente più di quanto siate disposti a dedicare ai figli con santa pazienza. Quel che è certo è che ce la faranno, sillaba dopo sillaba, tabellina dopo tabellina. Basta avere costanza e curiosità da esploratori!
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