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Il dottor Prottor e la distruzione del mondo

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Oslo non è più solo Oslo da quando sappiamo qualcosa di nuovo sulle sue fogne e sull’ormai leggendaria Via del Cannone. Oslo non è più solo Oslo e la letteratura per l’infanzia nordica non è più solo Astrid Lindgren o Christine Nöstlinger da quando Jo Nesbø ha inventato il Dottor Prottor e la sua polvere per petonauti.

In Il dottor Prottor e la distruzione del mondo il trio si allarga e diventa un quintetto. Nuovi animali entrano in gioco e la musica sinfonica dà un’indimenticabile lezione al canto corale. Quattro fallibilissimi eroi, una professoressa con almeno due devastanti superpoteri, un ragno peruviano succhiatore a sette zampe, un re e un venditore di deltaplani salvano la Norvegia e il mondo. Amore, invenzioni, ipnosi e metamorfosi abbondano in questo romanzo che si guadagna un posto anche nella letteratura di viaggio e nella fantascienza. L’invisibile minaccia dei camaleonti lunari incombe sulle placide vite dei norvegesi troppo disposti a farsi ingannare dal primo biondone visto alla tivù. Ad Oslo, per la fortuna di tutti, abitano un cortissimo bambino con le lentiggini che sa il fatto suo, uno scienziato pazzo, una bambina molto intelligente, un uomo-rana e la signorina Strobe, giusto la squadra che serve a sgominare il terrificante piano di Alvard Tenoresen.

Poco ci manca che l’umanità intera finisca cotta nella macchina dei wafer da veri nemici a cui conviene seminare zizzania tra le nazioni. I cinque vincibili sono la risposta vincente al nazionalismo e alla chiusura delle frontiere a cui i norvegesi, sotto l’incantesimo di mostri travestiti da sirene, credono sia naturale piegarsi.

Le illustrazioni di Per Dybvig sono l’esatto contrario del concetto di “puccioso” ma colgono perfettamente nel segno di un’umanità orrenda ma simpatica su cui svetta il più riconoscibile e allampanato Prottor, con i suoi inseparabili occhiali da nuotatore.