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Mappa dell’Alto Medioevo e scheda di confronto tra Unni e Goti

Prima del Medioevo della cavalleria e dei feudi, prima delle crociate e delle grandi incoronazioni ci fu un lungo periodo di migrazioni e di rimescolamenti che portarono guerre ma anche novità in Italia, senza distruggere la struttura dell’Impero Romano e le sue leggi: tutto partì dagli Unni e dai Germani.

Gli Unni

Gli Unni, nomadi dei Pascoli Felici, erano nomadi che percorrevano la Mongolia a cavallo e sulle loro case mobili.
Le steppe offrivano foraggio in abbondanza e la vita sociale ruotava attorno ai cavalli. Ogni guerriero ne possedeva almeno 7 ed era dedito alla razzia. Razziare carovane e villaggi permetteva agli unni di procurarsi beni di prima necessità come grano, stoffe, vasi, gioielli. Gli Unni erano grandi guerrieri abilissimi a cavalcare e a tirare con l’arco ma la loro arma segreta era la staffa, la loro più grande invenzione. Credevano agli spiriti della natura e alla perenne lotta tra cosmo e caos, interpretata dagli sciamani. La grande tribù unna era formata da 24 clan o gruppi familiari.

Nel I secolo d.C. gli Unni lasciarono le steppe dopo essere stati sconfitti dall’Impero cinese, forte della dalla recente invenzione della balestra. Iniziò una grande migrazione che condusse questo popolo, lungo la Via della seta, ai confini dell’Impero Romano d’Occidente dove i Germani si sentirono minacciati dall’orda e sconfinarono oltre il Limes (muro difensivo costruito lungo il Reno e i Danubio), dando inizio ad un periodo molto burrascoso che sfociò nella caduta dell’Impero d’Occidente nel 476 d.C e nella nascita dei regni romano-germanici.

Mappa mentale della fine dell’Impero Romano d’Occidente e dei regni germanici

I Germani

Germani, Celti, Greci, Latini, Italici ed Arii provenivano tutti dai pascoli della Russia meridionale da cui erano migrati nel 2000 a.C. I Germani si erano stabiliti in Scandinavia, dove le temperature erano più miti di adesso. Un forte abbassamento delle temperature nel II sec a.C aveva causato la loro migrazione più a sud.

Seminomadi, abilissimi a lavorare ferro e bronzo, i Germani usavano la tecnica di coltivazione del taglia e brucia. Erano dediti alla guerra che praticavano stagionalmente per fare rifornimento di beni e per onorare il dio della guerra, Wotan, altrementi detto Odino.

Ostrogoti e Visigoti sono popoli germanici.

Nel 370 d. C. l’imperatore Valente permise agli ostrogoti di entrare in territorio romano a patto che lo difendessero. I visigoti ottennero di oltrepassare il Danubio a patto di entrare nelle legioni romane. Nel VI sec. d.C nacquero i regni romano-germanici: il regno dei Vandali in Africa, quello ostrogoto in Italia e quello visigoto in Spagna.

Il regno ostrogoto in Italia è legato al nome di Teodorico e alla città di Ravenna che fu capitale già con l’imperatore Onorio e che sarebbe rimasta tale anche sotto Giustiniano, dopo la morte di Teodorico.

I fatti e le date

I goti

 

I regni romano germanici non snaturano il volto dell’Europa

Per dirla con le parole di Henri Pirenne in Maometto e Carlomagno, da qualsiasi lato si guardi, il periodo aperto con lo stabilirsi dei barbari sul territorio dell’impero non ha introdotto nulla di assolutamente nuovo. I Germani non hanno distrutto l’impero ma lo hanno riconosciuto.

Da qualsiasi lato si guardi, í1 periodo aperto con lo stabilirsi dei barbari sul territorio dell’impero non ha introdotto nella storia nulla di assolutamente nuovo I Germani hanno distrutto il governo imperiale ín par-tibus occidentis, ma non l’impero. Essi stessi, installan-dovisi come foederati, lo riconoscono. Lungi dal volervi sostituire qualche cosa di nuovo, essi vi prendono stanza, e, se i loro ordinamenti provocano gravi degradazioni, non portano con sé un piano nuovo. Si potrebbe quasi dire che il vecchio palazzo è stato diviso in tanti apparta-menti, ma la sua costruzione sopravvive. In breve, il carattere essenziale della Romania resta mediterraneo. I paesi confinanti rimasti germanici e l’Inghilterra non svol-gono ancora nessun ruolo: l’errore è stato di averli presi a considerare in quest’epoca come punto di partenza nella storia. A guardare le cose come sono, la grande novità dell’epoca è dunque un fatto politico: una pluralità di stati si sostituisce in Occidente all’unità dello stato ro-mano. Questo senza dubbio è un fatto considerevole; l’aspetto dell’Europa cambia. Però la vita nella sua so-stanza non cambia: questi stati, che si chiamano nazio-nali, in realtà non sono affatto nazionali, ma solo tanti frammenti del grande insieme, a cui si sono sostituiti.

I commerci e la vita intellettuale sopravvissero allo scontro di civiltà che fu anche un incontro che portò nuove parole al nostro vocabolario come sghembo, ratto, zuppa, albergo, grinta, elmo, nastro, fiasco, slitta, zolla, sgherro e molte altre.

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