Psicomamme: genitorialità, consapevolezza e creatività

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Scegli le tue maschere di Carnevale!

Elena Bottari Gennaio 17, 2013

Maschere di Carnevale: travestirsi è sano

Nell’epoca in cui la cosa più brutta che si possa dire a qualcuno, per screditarlo, è che “va coi travestiti”, poco importa se sia vero o no e se i travestiti in questione siano persone eccezionali, che se tutti li conoscessero davvero, vorrebbero diventare amici loro, invitarli alle cresime dei figli e cose simili… insomma in quest’epoca strana anche il carnevale è un po’ alienato. L’interruzione del normale svolgimento della vita e del potere, il rovesciamento delle classi e delle regole che tradizionalmente esisteva e che permetteva allo straccione di prendere a calci lo straricco, è diventato qualcosa di normale. Normale nel senso che non c’è più. Nessuno si cala davvero nei panni di altri, ci si mette solo il vestito di Carnevale e si lancia qualche triste stella filante su carri di cartapesta che scorrono tra le casone grigie della periferia.

Non è più una festa, nel vero senso della parola. E’ più una messa in scena con un canovaccio da cui non si esce. Ci si traveste a Carnevale, che ogni scherzo vale e poi si torna tutti chini sulla propria traccia solcata, senza mai alzare la testa che chissà, poi magari non troviamo più la Via e siamo fritti. I bambini tornano  a vestirsi solo di blu, le bambine solo di rosa. Ognuno deve avere il vestito giusto, la faccia di cui essere orgogliosi, la faccia di chi “si valorizza”, una faccia che più che una faccia è una maschera ma è la maschera che tutti si aspettano e allora va bene.

Nei giorni festivi ci si mette gli stivali neri, il vestito elegante e ci si diverte. Nei giorni feriali si indossa il vestito del lavoro, completo per gli uomini, meglio se tailleur o gonna e camicia per le donne. Per lo sport ci si infila nella tuta fashion. Per gli appuntamenti romantici si sceglie il glamour, qualunque cosa significhi. Ma sempre nei binari.

Travestirsi, invece, è una gran valvola di sfogo e bisognerebbe farlo spesso, fin da piccoli. Esagerare parecchio e ridere come matti davanti allo specchio che, finalmente, diventerebbe un compagno di giochi e non il solito rompi a cui chiedere “sono grassa?” “ho le rughe?” , “si vede che sono grassa e ho le rughe?”.
Indossare altri panni, vedere che effetto fa averli addosso, osservare come gli altri reagiscono, recitare, fare finta. Passare dall’altra parte della barricata, una qualsiasi delle infinite con cui abbiamo a che fare ogni giorno. Assaporare la libertà di giocare, di squinternare un po’ la nostra autorappresentazione e l’idea che gli altri hanno di noi.

Che ne dite? Proviamo?

Altre maschere di carnevale tra cui Pulcinella

 

Se volete fare le cose in grande potete ricorrere all’ affitto o all’ acquisto di costumi:

Blogna Sartoria teatrale Alberani
Montichiari Brescia Falpalà
Como e Malnate (Varese) Ancellotti
Roma Costumi d’arte
Foggia Shangrillà
Torino Sartoria artistica e teatrale
Palermo Arrigo costumi
Parma La bottega del teatro
Napoli Sartoria Di Domenico

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Foto  tratte dal vocabolario della lingua italiana di Paolo Colombo edizioni Capitol Bologna 1968

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