Siamo il nostro corpo o il nostro corpo è un involucro? L’immagine che abbiamo di noi è diversa da quella che gli altri ci attribuiscono. Ognuno ci osserva con occhi diversi e ci scruta attraverso filtri culturali e sociali oltre che estetici. Non tutti sono ossessionati dal corpo e dall’apparenza come le rappresentazioni pubblicitarie e le fiction ci vogliono far credere. Non c’è un modo solo di stare al mondo e la felicità non ha un’unica forma. Uomini e donne “brutte” hanno fatto la storia e spezzato cuori, uomini e donne “brutte” anonime hanno avuto vite meravigliose in barba ai cliché.
Tutto ciò che è vivo cambia e la mutevolezza del corpo è un processo irreversibile che i condizionamenti ci fanno apprezzare nella prima parte della vita e detestare nella maturità e nella vecchiaia. Così sembra che debba essere ma così non è. Prendere i pregiudizi come oro colato e porli come presupposto di ogni valutazione può nuocere gravemente alla nostra salute mentale e fisica.
Come si cambia
La trasformazione fa parte del pacchetto chiavi in mano di cui veniamo dotati quando veniamo al mondo; in modo impercettibile per noi stessi, il nostro corpo cresce, istante dopo istante. Ogni giorno c’è una novità, ogni giorno c’è un cambiamento.
Nell’infanzia
Non sappiamo nemmeno di averlo un corpo e la scoperta delle nostre stesse mani, dei nostri stessi piedi è uno stupore, una meraviglia, che ci occupano la mente fino a quando non si instaura la consapevolezza che fanno parte di noi. Sperimentiamo le nostre abilità, misuriamo le nostre capacità, esploriamo, tentativi ed errori ci porteranno a capire che possiamo fare tante cose: prendere gli oggetti, tenerli o buttarli, possiamo gattonare per spostarci e poi anche camminare. Il corpo ci offre mille possibilità, perfino quella di farci male. E intanto il corpo cambia e diventa il medium primario dell’interazione con gli altri; ma non facciamo in tempo a conoscerci in un modo che lui si trasforma, ancora e sempre, e ci presenta un altro aspetto.
Durante tutta la vita
Alto, basso, magro, grasso, quante forme può assumere un corpo e quanto possiamo forgiarlo con i nostri comportamenti?
La scelta di praticare uno sport, una dieta alimentare più o meno corretta e adeguata ad ogni singola persona, gli stili di vita, tutto passa attraverso il nostro corpo e ci permette di agire su di lui, che non se ne sta buono buono e zitto zitto a subire quel che noi facciamo, lui ce ne rende conto agendo sul nostro benessere. Lui è il termometro della nostra salute, intesa come viene definita dall’Organizzazione Mondiale della Salute: «stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia».
In adolescenza
Ad un certo punto, chi prima chi dopo ma di solito intorno all’adolescenza, ci accorgiamo che attraverso il nostro corpo comunichiamo e che gli altri ci vedono e, solitamente, tutto ciò non ci piace. Non vorremmo le tette così grandi o così piccole, non vorremmo i capelli lisci, il sedere ci sembra troppo in basso o troppo in alto… scopriamo che il nostro corpo ci rende visibili agli altri, prima che a noi stessi e lo pensiamo come fosse il nostro unico biglietto da visita. E’ qualcosa da esibire, è qualcosa da confrontare con quello degli altri, è qualcosa che deve essere all’altezza dei comandamenti della moda del momento. Poi passa, ma per un po’ di anni è il nostro tormento. Cerchiamo di cambiarlo, dal colore alle forme, ben poco riusciamo ad accettare come è per sua natura.
In gravidanza
Il corpo cambia ancora una volta la sua forma, giorno per giorno, per nove mesi e lo ascoltiamo come mai avevamo fatto prima. Ha un significato diverso, ha un significato altro perché porta in sé un altro da noi. Lo iperscrutiamo, impariamo ad ascoltarlo, ogni piccola variazione è importante e ci dice qualcosa.
Nelle altre età
«… ed è subito sera» recitava Quasimodo.
Difficile da accettare in un mondo che ha fatto dell’immagine corporea la bandiera della presentabilità… Mille rimedi contro l’invecchiamento ci vengono proposti in tutti i modi possibili, come se invecchiare fosse una vergogna, come se fosse disdicevole. I capelli bianchi, le rughe, la minore elasticità della pelle e altre manifestazioni legate all’età sono i nemici numero 1 da combattere. Ad ogni problema c’è una soluzione e per ogni problema c’è un intervento chirurgico che ribalta la situazione. Non serve nemmeno sforzarsi più di tanto, ci pensa il dottore.
Prima o poi capiremo che…
Per fortuna c’è l’arte che ci ricorda che il nostro corpo non deve essere perfetto, perché è perfetto nelle sue imperfezioni. L’arte ci ricorda che esiste la creatività, che esiste l’immaginazione, che possiamo pensare e fantasticare e conoscere e accettare il nostro corpo esattamente come è.
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Il ritratto fotografico è tratto dalla Libreria del Congresso