Cos’è la psicologia dell’abbigliamento? Intervista a Flavia Cavalero, psicoterapeuta
Elena Bottari Marzo 7, 2014La psicologia dell’abbigliamento è una materia ormai abbastanza “antica” ma relativamente poco studiata. Flavia Cavalero, psicologa psicoterapeuta e Psicomamma 🙂 ci introduce nella comprensione dei messaggi e dei significati che i vestiti che indossiamo veicolano, che ne siamo consapevoli o meno.
E’ quindi importante prendere coscienza dei simboli e dei mondi evocati da un capo di abbigliamento, dei codici e dei valori che spesso esso rappresenta. La storia di un vestito, i suoi colori, la lunghezza di una gonna, l’amido nei colletti ci parlano, sono elementi semioticamente rilevanti e “vestirsi” o “travestirsi” diventano azioni vissute pienamente se sappiamo destreggiarci con queste categorie senza farci travolgere.
I vestiti hanno una funzione comunicativa e anche “magica”. Sono a volte talismani portafortuna, a volte nascondigli. Sono quello che siamo noi solo se scegliamo liberamente e non ci facciamo fagocitare inconsapevolmente dal dovere di mostrare appartenenza ad un gruppo sociale o dal messaggio che i nostri vestiti trasmettono alle altre persone.
Secondo John Carl Flügel, i vestiti sono un’estensione del nostro io corporeo. Con la scelta di come abbigliarci facciamo i contri con il nostro bisogno di omologarci e il nostro desiderio di distinguerci. Mimetismo e ostentazione ci strattonano in direzioni diverse.
Come gli uomini primitivi, ci vestiamo per affermare aspetti e tensioni della nostra personalità. Oggi però intervengono altri fattori come:
- la comunicazione di massa
- “la moda” e la sua industria
- l’oggettivazione che sposta sempre più l’attenzione dalla persona al vestito
Come tutte queste riflessioni si itersecano con la nostra scelta di un vestito o di un altro? Sulla preferenza di un colore?
Lo vedremo con Flavia, molto presto 🙂
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