Psicomamme: genitorialità, consapevolezza e creatività

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Mi ci hanno mandata, il nuovo libro di Flavia Cavalero

Elena Bottari Maggio 10, 2016

Mi ci hanno mandata ovvero un approccio possibile alla psicoterapia, edito da Ciesse, è il nuovo libro di Flavia Cavalero, che sarà presto in libreria. Si tratta di un testo dal taglio ironico, a tema psicologico, scritto in prima persona. Maria è una donna di quarantacinque anni che va in crisi e ne attribuisce le cause a stress, stanchezza, delusioni sul lavoro che le appaiono giustificazioni sufficienti a spiegare il suo malessere che, poco a poco, coinvolge emotivamente tutta la famiglia. Il marito, la sorella, le amiche la invitano a iniziare un percorso di conoscenza di sé perché percepiscono la sua sofferenza, anche prima che lo faccia lei stessa. Più per accontentare loro che per sua personale convinzione, Maria intraprende un percorso psicoterapeutico e, su consiglio della psicoterapeuta, inizia a scrivere un diario in cui racconta sia momenti della sua vita familiare, sia frammenti di colloqui avvenuti in terapia.

Il flusso di coscienza dà forma agli alibi e alle resistenze che tutti mettiamo in atto contro la psicoterapia e contro percorsi di cambiamento che, prima di condurci aldilà del guado, possono far crollare certezze o comode soluzioni di ripiego a cui si è tutto sommato affezionati.

Come spesso accade quando ci troviamo per lavorare su Psicomamme, siamo davanti ad un caffè e sembra che Maria sia qui con noi tanto ne sono stati tratteggiati i suoi tratti personali.  Quante volte ci siamo chieste perché le persone preferiscano andare dal parrucchiere invece che dallo psicanalista anche se la seconda soluzione garantisce “messe in piega” molto più lunghe, forse addirittura “permanenti”? Quante volte ci siamo chieste perché il gesto di cercare aiuto e di mettersi in discussione per stare meglio venga rimandato all’infinito? Milioni di volte.

Maria è una donna stanca e anche un po’ stufa di condurre la sua vita come se non fosse davvero sua, come se ci fossero altre possibilità che non sembrano immediatamente raggiungibili ma che esercitano un forte potere su di lei. Anche gli altri personaggi escono dalle pagine in modo molto reale e ti sembra di conoscerli tutti.

Flavia, come mai un libro dopo l’altro?
E’ successo un po’ per caso. Trovare un editore non è facile, quindi ho spedito il mio libro senza pensare che avrei potuto ricevere subito una risposta positiva. Ciesse edizioni mi ha stupito con effetti speciali, sia per la velocità della risposta, sia per la grande professionalità con cui mi ha seguita in tutti i passaggi. Anche per me è stata una sorpresa che ho deciso di prendere al volo, anche perché non sono più giovanissima e così è come se avessi la possibilità di recuperare un po’ del tempo che ho perso. Pensa che la prima volta che ho pensato di scrivere un libro avevo 14 anni, giusto 40 anni fa.

Come nascono le tue storie?
La narrazione è la base dei nostri pensieri e da lì nascono le storie, prima che in qualsiasi altro luogo, le storie nascono nella nostra mente. Personalmente scrivo di quello che conosco, di psicologia, di esperienze, di racconti sentiti e poi trasformati. E’ una dimensione che definisco di veglia onirica, perché come in un sogno ci sono resti diurni dai quali si costruisce la scenografia ma poi ci sono istanze inconsce che emergono. Proprio come accade ai sogni, si sente spesso dire che “i libri si scrivono da soli” è un po’ vero, nel senso che non decidiamo noi cosa e quando sognare, ma un po’ no perché ognuno è autore del proprio sogno.

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