Gozzilla e i sette nani
Elena Bottari Luglio 3, 2013C’è, tutte le sere, un bambino che non dorme.
Chiude gli occhi e pensa a qualcosa di bello. Sono dinosauri, alieni, tappeti elastici… Così, il bambino che non può dormire, chiede un bicchiere d’acqua e un cuscino più basso. E una storia.
Il papà racconta. Gozzilla era scappato da un perfida regina invidiosa della sua verde bellezza. La strega aveva ordinato al suo cacciatore di portarlo nel bosco e di ucciderlo. Così aveva fatto ma Gozzilla, per quante frecce lui scoccasse, stava lì a guardarlo e si grattava, come se lo avesse punto una zanzara. Il cacciatore piangeva «Come faccio con quella megera? Mi caccerà. Niente più polenta col baccalà».
«Cos’è il baccalà?» Chiedeva il mostrino «E’ merluzzo sotto sale, grande leccornia medievale». Così Gozzilla piano scappava, in punta di unghioni, trattenendo la bava. Dopo un lungo cammino ecco sette nani. «Chi sei mai, fratello? Quanti spinaci hai mangiato, verde ramarro sovralimentato?» «Pochi pochini, son grosso di mio, ho tanta fame per l’amor di Dio». «Vieni con noi!» rispondono in coro «A cena ti attende un pasto da re. Un pescione fragrante, bianco come la neve. Da bere, vino rosso come il sangue»
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