Psicomamme: genitorialità, consapevolezza e creatività

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Intervistiamo Rosaria Battiloro, illustratrice e cittadina del mondo

Elena Bottari Aprile 10, 2014

Oggi siamo davvero felici di presentarvi un’illustratrice nostrana che lavora per editori e autori di tutto il mondo. Amante di Edgard Allan Poe, sperimentatrice entusiasta, Rosaria Battiloro ha avuto la santa pazienza di rispondere ad un sacco di domande e la gentilezza di inviarci una sua bellissima interpretazione della maternità.

Ciao Rosaria!! Abbiamo visto che sei alle prese con una ricerca sulla colorazione digitale che non archivi gli effetti
classici dell’illustrazione. Come sono andati i tuoi esperimenti e quanto conta la sperimentazione nel tuo lavoro?

Ciao a tutti! Bè, c’è da dire che la sperimentazione nel mio lavoro conta moltissimo, almeno per quanto riguarda il mio approccio all’illustrazione. Mi ritengo una persona naturalmente curiosa, quindi mi capita spesso di avvertire il bisogno di esplorare nuove tecniche, nuovi stili, cercare sempre qualcosa di nuovo, fosse anche semplicemente una nuova combinazione cromatica! Col digitale procedo a piccoli passi cercando di scoprire come renderlo “adatto” alla mia stilizzazione ed al mio modo di percepire le immagini. Mi piacerebbe raggiungere una bella sintesi, pulita e diretta, fra tratto manuale e colorazione digitale!

Ci emoziona sapere che illustratrici e illustratori italiani lavorano per editori di tutto il mondo. Le tue tavole sono nelle camerette dei bambini islandesi. Che effetto ti fa? Hai tarato il tuo stile e i tuoi “simboli” sull’immaginario nordico o i bambini apprezzano l’”esotismo” mediterraneo?

Mi piace moltissimo lavorare con editori che provengono da tutto il mondo! E’ sempre un’occasione per imparare qualcosa di nuovo da culture spesso diversissime dalla nostra. E’ un pò come viaggiare! I libri che ho realizzato per la Odinsauga in Islanda sono a tema folkloristico, riprendono in una scrittura più “moderna” quelle che sono delle fiabe classiche, con cui sono cresciuti tanti bambini islandesi, è un lavoro molto interessante. Con l’editore ci siamo accordati per uno stile che fosse classico ed insieme semplice, diretto, con dei richiami ai colori ed ai paesaggi islandesi.

Cosa preferisci illustrare? Storie per bambini piccoli, più grandi o per adulti?
Preferisci le storie classiche o le moderne? Ami di più rappresentare gli esseri umani o gli animali? Hai mai fatto un lavoro sui mostri? Perchè credi che i bambini li amino tanto?

Di solito non dipende tanto dal target di età, quanto dalle storie stesse. Mi piace creare e disegnare in generale, e credo ci siano grandi potenzialità in storie per bambini come in quelle per adulti. Sono molto legata a tante storie classiche, non solo a fiabe e favole, ma anche ai racconti mitologici ed a quelli storici. C’è un tale patrimonio di storie al mondo che aspettano di venire illustrate, raccontate, reinterpretate e riportate a nuova vita, che il solo pensiero mi rende felice!

Mi diverte molto rappresentare gli animali, soprattutto quando posso dar loro qualche tratto “umano” o esaltare le loro caratteristiche più buffe, e per quanto riguarda i mostri, non mi è ancora capitata l’occasione di lavorare su qualche storia davvero “paurosa”, ma ne sarei entusiasta! Da piccola adoravo le storie del terrore (bè, le amo ancora oggi, mi sono casualmente ritrovata nel mondo di Poe all’età di 11 anni e da allora non ne sono più uscita!), e credo che il motivo per cui i bambini amino tanto i mostri e tutto ciò che è “pauroso” sia che in un certo qual modo questo tipo di racconti riesce ad appagare quel naturale bisogno di “meraviglia” che culliamo dentro di noi sin da quando siamo piaccoli, ed allo stesso tempo può ad esorcizzare certi terrori tipici dell’età infantile: un mostro che viene fuori dall’angolo buio della stanza, se disegnato e trasportato sulle pagine di un libro non fa più spavento, ma entra a far parte di un mondo immaginario!

Che storia vorresti illustrare?

Ne ho davvero tantissime che mi piacerebbe realizzare! Progetti personali e non. Adorerei lavorare ad un testo di Shakespeare, o ad un adattamento de “Il Lago dei Cigni” o di un’altra opera teatrale/lirica, genere che amo moltissimo! O ancora adorerei lavorare ad una edizione di qualcuno dei miei libri classici preferiti, in particolar modo qualcosa delle sorelle Bronte sarebbe fantastico!

Maternità di Rosaria Battiloro illustratrice

Tu abiti a Napoli. Sei nata sotto il Vesuvio o provieni da altre italiche lande? Come si lavora a Napoli in ambito creativo? Sei contenta per l’exploit dell’Arte della felicità? Secondo te porterà i committenti dell’animazione e della narrativa per ragazzi a considerare più favorevolmente la città, già comunque ben posizionata come capitale della creatività?

Vivo a Napoli e sono napoletana di nascita, ma come appunto dicevo prima oggi, con questo lavoro come con molti altri, ormai è più facile sentirsi cittadini del mondo più che di un’unica città! Napoli è una splendida città, difficile sotto molti aspetti, estremamente contraddittoria, ma proprio per questo profondamente viva e stimolante, e credo che soprattutto abbia una quantità di giovani talenti pronti ad esprimersi al meglio in tanti e differenti campi artistici!

Il grande successo de l’Arte della Felicità ne è l’ulteriore dimostrazione e la mia più vivida speranza è che se ne accorgano presto anche gli “addetti ai lavori”, e che venga dato modo ai giovani creativi partenopei di farsi spazio in un ambito lavorativo che non è sempre di semplice accesso.

Come si lavora per gli e­book? Come ti trovi? Anche lì il tuo lavoro arriva lontano, in Australia ad esempio per lo scrittore Ander Louis (A fanny thing). Che effetto fa avere contatti con scrittori di tutto il mondo?

Il mercato degli e­book è senza dubbio uno di quelli in espansione ultimamente, e mi piace che, nella versione “tecnlogica” ed aggiornata del libro possa comunque rimanere qualcosa di “tradizionale” come una copertina realizzata in acquerello o in acrilico. Mi piace molto lavorare alle copertine perchè devono servire da sintesi, invito alla lettura, ed allo stesso tempo cercare di non svelare troppo di ciò che si sta per leggere, ma soprattutto, da avida lettrice quale sono, mi piace leggere i racconti che poi le ispireranno!

Lavorare con autori che vengono da tutto il mondo è bellissimo, c’è molto da imparare anche dal modo con cui ogni scrittore si pone diversamente nei confronti dell’illustratore: alcuni si affidano completamente all’interpretazione per la copertina del loro racconto, altri preferiscono dare tante direttive e dettagli.

Cosa rappresentano gli uccellini nella tua iconografia? Abbiamo visto pettirossi, passeri, gufi, merli, corvi, ali da pipistrello. Parlaci di questi simboli della tua arte.

Credo la mia predilizione per rappresentare uccellini sia meramente una scelta estetica! Trovo i gufetti molto buffi e teneri contrariamente alla comune credenza che siano animali legati alla sfortuna, e mi diverte tanto disegnarli calcando su alcune loro peculiarità come gli occhioni e la forma tondeggiante e paffuta!

Come è stato rappresentare in fumetto Houdini, Tesla, Wells, Conan Doyle e Bat Masterson nel libro Strange Detective Mysteries. Ti piace il noir? Che difficoltà e che soddisfazioni ti ha dato questo lavoro?

L’esperienza del fumetto è stata sicuramente molto dura quanto molto soddisfacente.

I tempi lavorativi di un graphic novel spesso sono molto più serrati di quelli per l’illustrazione, e tenere il passo è stata a volte una vera impresa, ma disegnare alcuni dei miei personaggi storici preferiti è stato divertentissimo! Ho sintetizzato i loro tratti partendo dalle fotografie originali dell’epoca, ed ho avuto modo di scoprire di più sulle loro storie. Soprattutto il fatto che il fumetto ruotasse intorno ad un mistero legato alla morte di Edgar Allan Poe, che è uno dei miei scrittori preferiti sin da quando ero ragazzina, è servito da grande stimolo! Mi piace molto il noir, e faccio incetta di film del genere quando posso.

Strange Detective Mysteries è ancora in cerca di editore in America, speriamo di vederlo presto pubblicato!

Quali sono i tuoi autori gialli preferiti? Hai letto Nel nome dello zio? Ci voleva un giallista napoletano 🙂

Mi piaccoino moltissimo i gialli classici! Sono un tipo da Conan Doyle e Agatha Christie sostanzialmente. Mi piacciono i racconti gialli dove come ausilio alla risoluzione del caso non ci sono computer e altri mezzi supertecnologici, ma solo spirito di osservazione e geniali capacità deduttive! Non ho letto Nel nome dello zio, ma spero di rimediare appena avrò un pò di tempo. Credo che gli autori napoletani siano sicuramente fra i più indicati a scrivere gialli e romanzi del mistero: Napoli è una città che ha anche degli aspetti molto oscuri ed esoterici ed in cui il legame col mistero e con l’occulto è molto vivo e presente. Se fossi uno scrittore mi piacerebbe non poco esplorarne questo aspetto!

Cosa ti affascina particolarmente della favola di Mignolina? Hai scritto sul tuo blog che è una delle tue preferite. Quali storie dimenticate meriterebbero di essere riscoperte e ridisegnate?

Mi piacciono moltissimo le storie di formazione, e credo che Mignolina ne sia un esempio insieme molto originale e perfettamente classico: bambina che deve affrontare delle difficoltà, riesce a vivere la propria diversità, ed alla fine trova il proprio posto nel suo “piccolo” mondo. Come ho già detto esiste un enorme patrimonio di storie che meriterebbero di essere riscoperte. Mi piacciono molto le storie “nordiche” e lo stile narrativo degli scrittori del nord Europa. Ci sono delle fiabe di Strindberg molto belle per quanto cupe, forse non adatte direttamente ad un pubblico di bambini, o storie folkloristiche irlandsi e russe. Ancora i racconti meno noti di Andersen… Insomma, c’è davvero l’imbarazzo della scelta!

Hai mai illustrato un libro di viaggi? Al tempo di Google Earth, quanta magia può suggerire l’illustrazione? La voglia di partire o di studiare viene leggendo il dato esatto o lasciandosi suggestionare dalla meraviglia dei posti?

Non mi è mai capitato di illustrare un libro di viaggi, ma credo sarebbe un’esperienza molto interessante. Mi vengono in mente i tacquini di artisti e scrittori, viaggiatori dell’ottocento, molti dei quali si sono soffermati in Italia ed in particolare a Napoli, e che avevano l’uso di fermare, con piccoli e rapidi schizzi in acquerello, le impressioni e le immagini dei nuovi posti che visitavano!

Google Earth sarà sicuramente utilissimo, ma la magia ed il potere evocativo delle immagini illustrate è insostituibile.

Cosa pensi del 3d? Lo hai mai sperimentato? Ti interessa o pensi che non aggiunga poi tanto ad una storia o alla descrizione di un luogo?

Non ho mai avuto modo di sperimantare il 3d, anche se mi incuriosisce ed affascina soprattutto da un punto di vista “tecnico”… Mi considero un pò “vecchia scuola” e ammetto di non essere una grande fan del 3d applicato al cinema, mi sembra lo si stia abusando ed utilizzando spesso quando davvero non è così necessario, ma nell’ambito dell’animazione credo possa portare a sviluppi molto interessanti!

A che progetti stai lavorando? Siamo curiose  🙂

Sono lavori che stai realizzando a mano, in digitale o con l’utilizzo di diverse tecniche tradizionali e moderne? Le tua tavole dove voleranno?

Sto attualmente lavorando ad un nuovo libro per un editore Americano! Si tratta di una fiaba classica, tutto realizzato in acrilico, diretto sempre ad un pubblico di bambini molto piccoli… E per ora non posso aggiungere altro! Finito questo lavoro passerò a dedicarmi ad un nuovo progetto per il mercato islandese, e questa volta si tratterà di mitologia, un argomento affascinantissimo e ricchissimo di aspetti interessanti! Non vedo l’ora!

Anche noi non vediamo l’ora!! Sarà la volta di Thor? Lo scopriremo presto su http://rosariabattiloro.blogspot.it/ 🙂

 

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