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L’essenziale è invisibile agli occhi, significato della frase di Saint-Exupéry

Elena Bottari Febbraio 9, 2019

Non si vede bene che con il cuore, dice la volpe al Piccolo Principe. L’essenziale è invisibile agli occhi. Questo è il segreto che la volpe regala all’eroe di Saint Exupéry, questa è la verità che è sotto gli occhi di tutti ma che pochi vedono perché intenti a limitarsi alle apparenze. Il cuore non è un organo di senso eppure vede più e meglio degli occhi, legge nel cuore degli altri evitando ogni inganno.

Il romanzo più celebre dell’autore francese è un romanzo filosofico che affronta i grandi temi della morte, dell’amore, dell’amicizia, della responsabilità e della solitudine. Dedicato a Léon Werth, vincitore del premio Goncourt, registrato e discriminato come ebreo, Il piccolo principe è un condensato di poesia e di umanità che si rivolge principalmente ai grandi che sono stati piccoli ma che non se ne ricordano. A cosa teniamo davvero e perché? Esiste un solo modo di vedere le cose? Quando pensiamo di comportarci da adulti siamo sinceri o stiamo giocando agli adulti? Crescere non significa inaridirsi, non significa dimenticare.

Saint-Ex ha scritto questo testo unico e misterioso durante il suo esilio negli Stati Uniti, in un periodo di cure ospedaliere e di emicranie, forse pensando all’amato fratello François, morto per le conseguenze di un reuma articolare a 15 anni. Il volo e il viaggio sono le passioni che accomunano il Piccolo Principe al suo creatore che fu pilota civile con l’Aéropostale e poi militare nell’aeronautica francese prima e nelle Forze aeree francesi libere poi.
La fiaba triste di Saint-Exupéry nasce in un periodo di guerra e di sofferenza per gli incerti destini del mondo e per i propri cari lontani.

Antoine de Saint-Exupéry ha infuso in questo romanzo tutte le sue speranze e tutte le sue ferite, il suo amore per la libertà e la sua tenerezza. I cari amici, eroi dell’aviazione, le donne da cui si sente protetto e sostenuto e senza cui non sa vivere, i ricordi di un’infanzia felicissima e spensierata e la consapevolezza che il gusto della libertà non si dimentica più, sono ingredienti sempre in sospensione nelle pagine di Saint-Exupéry che ama la vita ma conosce bene la malinconia e la sofferenza.

In una lettera a Silvia Reinhardt Antoine scrive di intrattenere cattivi rapporti con l’amore.
“Questo è per me un mistero molto faticoso. L’amore non mi fa parlare, mi impedisce di parlare. Mi rinchiude ma allo stesso tempo mi è necessario. Sono un pessimo marinaio, la mia barca non vi è dolce e non so bene dove sto andando. Tutte le vostre lamentele sono giuste e tuttavia la mia tenerezza per voi è estrema. Quando poso la mia mano sulla vostra fronte, vorrei riempirla di stelle”
Antoine de Saint-Exupéry invita i lettori a trovare un senso all’esistenza e ai legami umani nonostante tutto. Il Piccolo principe è l’eredità di un uomo romantico, forse l’ultimo.

La profondità di pensiero e di sentimenti, la semplicità poetica e affatto scontata dello stile e delle magnifiche illustrazioni realizzate dallo stesso Exupéry, la dolce malinconia in cui il libro è immerso aggiungono significato alle frasi ormai celeberrime che troviamo spesso citate e che vanno lette alla luce dell’autentico seppur dolente amore per la vita che traspare dalle opere del grande scrittore, divenuto un mito già in vita ma schivo e sospettoso verso i tranelli della fama e delle etichette. Gli occhi degli adulti non vedono se non secondo il senso comune e invece bisogna guardare tutto con gli occhi dei bambini che sono davvero in contatto con il proprio sé più profondo. Bisogna coltivare il proprio giardino, curare ciò che si ama ma anche il proprio spirito perché senza un cuore che non dimentica e che non si inaridisce la nostra vita rischia di avvizzire.

La vita di Saint’Exupéry

Aristocratico per nascita, orfano di padre, inventore e artista fin dall’infanzia (Antoine aveva inventato una bicicletta a vela nella casa delle zie a Saint-Maurice-de-Remens) l’autore sperimenta ambienti sociali molto diversi passando dalla provincia a Parigi, dove vive da una cugina della madre che frequenta gli intellettuali del quartiere latino e poi al mondo intero che attraversa in aeroplano. Dopo l’esperienza dell’Aéropostale che termina dopo la crisi del 1929 per bancarotta, Antoine è sempre più celebre come scrittore e viene assunto come reporter inviato a Mosca ma abbandona l’incarico per protesta con lo stalinismo. Nel 1935 tenta il volo Parigi-Saigon che si interrompe in Libia senza conseguenze mortali per lui e per il suo meccanico. Inizia la seconda guerra mondiale e Antoine si occupa di ricognizioni aeree come capitano di complemento. Un grave incidente lo costringe a farsi curare negli Stati Uniti dove sollecita l’entrata in guerra degli Usa. Torna in Francia e gli vengono affidate nuove missioni di ricognizione fra Sardegna e Corsica. Muore il 31 luglio del 1944.

La dernière mission Florence Ramioul

Le opere

Corriere del Sud, 1928
Volo di notte, 1932
Terra degli Uomini, 1939
Pilota di guerra, 1942
Lettera a un ostaggio, 1944
Il piccolo principe, 1945
Cittadella, 1948
Taccuini, 1953
Lettere di giovinezza all’amica inventata, 1953
Lettere alla madre, 1953
Un senso alla vita, 1956
Manon, ballerina : [e altri inediti], 2007

Per approfondire

La figura di Saint-Exupéry
Un bellissimo documentario 
Saint-Exupéry, le dernier chevalier du ciel

La foto in anteprima è dell’Aeropostale di SDASM Archives

La foto nell’articolo ritrae l’illustrazione L’ultima missione  di Florence Ramioul – Own work, CC BY-SA 3.0,

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