Psicomamme: genitorialità, consapevolezza e creatività

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La socializzazione a scuola: mito o realtà?

Elena Bottari Aprile 3, 2014

La socializzazione a scuola è uno degli obiettivi di ogni ordine e grado. Risponde al sogno di educare cittadini generosi, altruisti, abituati a ragionare in gruppo, a collaborare. Dalla teoria alla pratica, tuttavia, c’è un bel salto.

Bullismo, gruppi contrapposti, ripicche e tensioni sono all’ordine del giorno e molti alunni soffrono per la costrizione a stare sempre nello stesso gruppo, per lunghi cicli scolastici, rimanendo attaccati alle logiche del cerchio ristretto dei pari, ai ruoli formati magari anni prima.

Quanto ha senso dare tanta importanza ad una socializzazione coatta? Gli adulti socializzano in questo modo o forse pretendiamo dai bambini e dai ragazzi qualcosa che non imporremmo mai a noi stessi?
Li educhiamo a farsi piacere la gente o alla libera espressione dei sentimenti?

La socializzazione è o non è un fenomeno spontaneo?
Quanto è “formativo” e quanto è “distruttivo” imporre lunghe convivenze tra pari, con poco ricambio, quando ogni giorno si litiga e ci si azzuffa?

Quando, ad esempio, un bambino subisce l’influenza negativa di alcuni compagni,  è poi tanto sbagliato cambiare classe?

Molte domande, poche certezze 🙂 Come creiamo i nostri legami affettivi?

L’esperienza ci dice però che i bambini non sono restii a cambiare quanto crediamo. Nuovi amici, ambienti diversi, nuovi “ruoli” possono offrire ai bambini la possibilità di sperimentarsi e di crescere. E’ necessario accompagnarli, sorreggerli ma spezzare il cerchio chiuso degli “amichetti” della scuola fortifica la propria fiducia in sè stessi e aiuta a capire che ovunque, in ogni momento, si può fare amicizia. Un po’ di sorpresa non nuoce ai nostri figli.

Mica per niente durante le vacanze estive li vediamo crescere come funghi, conoscere bambine e bambini nuovi, spassarsela così bene (compiti a parte). Niente gelosie, niente ripicche, solo gioco libero e chiacchierate.
Si socializza meglio sui banchi di scuola o sotto un albero?

Ha senso giudicare un bambino a scuola anche da quanto si integra e fa amicizia? Non potrebbe bastare un sano rispetto condito da moderata interazione non violenta?

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La foto è di Florida Memory

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