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La psicologia a scuola

Flavia Cavalero Aprile 23, 2014

La psicologia come interagisce con la scuola? Come ci si serve di questa risorsa e come si potrebbe impostare meglio questo importante scambio?

Se cerchiamo su Internet una definizione di Psicologia Scolastica sono pronta a scommettere che la maggior parte inizia con “si occupa delle problematiche di tipo psicologico che si presentano nell’ambito scolastico…”. Tale tipologia di definizione ci pone immediatamente davanti alla questione PROBLEMA come se la psicologia avesse dignità di esistere solo in presenza di difficoltà, trascurando completamente importantissimi aspetti di questa materia e favorendo involontariamente lo stigma che tutt’oggi ancora la identifica.

La psicologia è anche una disciplina che si occupa di malessere, problemi, patologie, crisi, è anche una materia cui attingere in casi di disagio, disfunzionalità, sofferenza, ma è anche una scienza che si occupa di relazioni, benessere, legami, emozioni, funzionalità, efficienza ed efficacia… Una metafora che può rendere bene l’idea è quella della cura: si cura una malattia, si cura una ferita così come ci si prende cura di se stessi, di un bambino, di un amico o di un amore.

La mia personale definizione della Psicologia Scolastica racconta quindi di una disciplina che mette la sua conoscenza, le tecniche e i suoi strumenti a disposizione di un ambiente complesso, con la finalità di prevenire disagi e promuovere benessere in favore di chi lo frequenta in qualità di studente, di genitore e di lavoratore.

Il compito di promuovere il benessere di un ambiente non può essere affrontato da una sola disciplina, infatti è fondamentale che all’interno della scuola si crei una rete multidisciplinare attraverso cui realizzare progetti e interventi basati su un’approfondita analisi dei bisogni di ogni diversa realtà. Vi sono scuole in cui è prioritario lavorare con il corpo docente che magari ha difficoltà organizzative che influiscono poi sulla relazione tra gli stessi insegnati e con alunni e genitori. In altre realtà magari è prioritario un intervento sul tema dell’integrazione.

E’ indubbio che negli ultimi anni il bisogno di interventi di tipo psicologico negli istituti scolastici sia aumentato come conseguenza della sempre maggiore complessità della società che permea anche questi luoghi e che li vede talvolta impreparati ad affrontarla. Negli ultimi periodi dalle cronache si evince con molta facilità la crescente necessità di parlare con i ragazzi di affettività e sentimenti di pari passo con i corsi di educazione sessuale. E’ evidente la necessità di parlare di integrazione e di accoglienza delle diversità. La scuola da sola non può farcela ad affrontare tutto ciò che la società immette nell’ambiente scolastico.

Personalmente quando parlo di Psicologia Scolastica non mi riferisco ad una Psicologia nella scuola, né della scuola, né per la scuola bensì mi riferisco ad una Psicologia CON LA SCUOLA. La mia esperienza mi ha insegnato che il lavoro deve essere svolto in equipe e con la collaborazione di tutti coloro che “fanno” la scuola.

Il grande problema economico che affligge l’Italia sfortunatamente agisce anche su questo fronte e sempre più spesso i professionisti si vedono tagliare le ore e sono costretti a diminuire gli interventi. Alcune scuole iniziano a chiedere ai genitori di contribuire alla spesa per assicurare una continuità del lavoro, continuità che garantisce un maggiore significato ed una maggiore valenza alle azioni intraprese.

4 esempi di funzioni e strumenti della Psicologia nella scuola

  • Promozione della cooperazione e del benessere di studenti e insegnanti e, trasversalmente, dei genitori – attraverso consulenze, seminari, psico tecniche è possibile realizzare interventi mirati alla promozione del benessere.
  • Promozione della motivazione allo studio ed alla partecipazione – con interventi relativi all’apprendimento e con la disseminazione di tecniche e metodi di studio è possibile agevolare i compiti degli studenti ed invogliare la loro partecipazione attiva.
  • Prevenzione del disagio – favorendo un clima di confronto e facilitando la comunicazione diviene possibile affrontare le tematiche che per alcuni possono essere fonte di difficoltà.
  • Prevenzione dell’abbandono scolastico – con un lavoro che parte dall’analisi del clima è possibile realizzare percorsi adeguati alle capacità ed alle potenzialità di ogni studente che si sente di conseguenza stimolato ed apprezzato nelle sue peculiari capacità.

Questi e molti altri ancora sono i percorsi che si possono prevedere in un contesto scolastico, ad esempio non è stato citato il classico sportello di ascolto psicologico che è uno spazio individuale a disposizione di studenti, docenti e genitori così come non si è parlato del servizio di orientamento scolastico che, ahimè, sempre più spesso viene svolto dagli stessi docenti che se da una parte è vero che conoscono bene lo studente è altrettanto vero che possono essere troppo influenzati da questa stessa conoscenza.

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Articolo di Flavia Cavalero
La foto della mensa scolastica è di The U.S. National Archives

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