Psicomamme: genitorialità, consapevolezza e creatività

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André Chénier eroe moderno

Elena Bottari Novembre 25, 2019

Teorie dell’odio, propaganda, autoritarismo e populismo sembravano arnesi superati e invece eccoli di ritorno nel “nuovo millennio”. Le “democrature” vanno sempre più di moda e i diritti civili sono sempre più minacciati. Per capire i nostri tempi di dossieraggi, fake news e cortine fumogene a svantaggio delle democrazie può essere molto utile riflettere sulla vita e sull’opera di André Chénier, grande poeta dalla fama postuma, giustiziato durante il periodo del Terrore e delle ghigliottine che non bastavano ad eliminare tutti i “nemici della patria”. In un’epoca di sangue e di regime poliziesco il poeta Chénier, spezzato tra classico e moderno, tra oriente idealizzato e occidente, rivoluzionario moderato, cultore di pace e libertà, è un campione di umanità che non rinuncia a dire quel che pensa e che, per questo, paga con la vita.

Chi è André Chénier?

L’ultimo dei classici, il primo dei romantici, in entrambi i casi votato alla natura, all’amicizia, alle donne, muse inspiratrici, amanti: Camille, Fanny, Marie, Louise, Aimé e la preferita, Libertà.

La sainte Liberté, fille du sol français

E’ a Costantinopoli che André Chénier vede la luce nel 1762. Sua padre, Louis Chénier è originario del Poitou, lavora come assistente dell’ambasciatore di Francia. Sua madre, Elisabetta Santi-Lomaca, è appassionata di cultura greca. La famiglia Chénier ritorna in Francia nel 1765. André non ha che tre anni ma per tutta la vita sarà legato alla letteratura ellenica e a sua madre che ha un salone letterario a Parigi, nel quartiere del Marais. Vestita all’orientale, un abbigliamento molto di moda nella seconda metà del ‘700, influenza profondamente i suoi figli: Marie-Joseph, il più grande, scrive tragedie, André scrive poesie e firmerà le proprie prime poesie con il nome di Andreas Bizantinus. Al collegio di Navarra, in cui compie brillanti studi, fa conoscenza con alcuni amici con cui formerà un gruppo i cui componenti saranno reciprocamente fedeli uno all’altro fino alla morte.

André Chénier dedica un vero culto all’amicizia. I fratelli Louis et Michel Trudaine, presso i quali trascorre lunghi soggiorni al castello di Montigny. Così scriveva a proposito dell’amicizia: Mi ricordo che a Montigny, all’età di 14 o 15 anni, il giorno prima della nostra partenza, ebbi sotto mano le Letteres Persannes. Alla fine della prima lettera, arrivando alla frase “Adieu, mon cher Rustan. Sois assuré qu’en quelque lieu du monde où je sois, tu as un ami fidèle”, ne fui commosso e fortemente colpito e avrei rinunciato a tutto per avere un amico, Rustan, da cui avessi dovuto separarmi al fine di potergliela ripetere.

Abel de Malartic, i fratelli Pange furono altri suoi inseparabili amici. Bisogna aggiungere il pittore David, il poeta Le Brun che aderirono alla Rivoluzione. Le sue amicizie giovanili devono fare i conti con la concorrenza delle donne, muse e consigliere

Au flambeau de l’amour j’ai vu fondre mes ailes

L’amour seul dans mon âme a créé le génie; l’amour est seul arbitre et seul dieu de ma vie

André piace molto alle donne anche se non è né bello né piacente. I suoi tratti, fortemente pronunciati, la sua corporatura atletica senza essere alta, la sua carnagione abbronzata, olivastra, i suoi occhi ardenti, grigio-blu, che, forti e fieri, illuminano la parola. Forse era brutto ma possedeva lo charme. Le donne non si sbagliano, gli rendono amore per amore

Les Muses et l’Amour ont les mêmes retraites.
L’astre qui fait aimer est l’astre des poëtes.

A 19 anni intraprende la carriera militare e un anno dopo è di ritorno a Parigi, dalle sue muse.

Aimant tous les humains, de tout le monde aimé.

Tutta la sua vita si svolge negli anni che precedono la Rivoluzione. Ammira Ovidio, Virgilio, Malherbe, li legge senza sosta, non si vergogna di copiarli

Tantôt chez un auteur j’adopte une pensée,
Mais qui revêt, chez moi, souvent entrelacée,
Mes images, mes tours, jeune et frais ornement ;
Tantôt je ne retiens que les mots seulement ;
J’en détourne le sens, et l’art sait les contraindre

Vers des objets nouveaux qu’ils s’étonnent de peindre.
La prose plus souvent vient subir d’autres lois,
Et se transforme, et fuit mes poétiques doigts

Qui que tu sois enfin, ô toi, jeune poète,
Travaille, ose achever cette illustre conquête

Ô mon coeur ! ô mes sens ! laissez-moi respirer ;
Laissez-moi dans la paix et l’ombre solitaire
Travailler à loisir quelque oeuvre noble et fière
Qui, sur l’amas des temps propre à se maintenir,
Me recommande aux yeux des âges à venir.
Mais non ! j’implore en vain un repos favorable ;
Je t’appartiens, Amour, Amour inexorable !

André ama Camille ma Camille è sposata, Camille è capricciosa e André perde il sonno pensando a lei. I suo amici si preoccupano per la violenza di questa passione

Son sein a le duvet de ce fruit que je touche ;
Cette rose au matin sourit comme sa bouche ;
Le miel qu’ici l’abeille eut soin de déposer,
Ne vaut pas à mon cœur le miel de son baiser.

Gli amici organizzano per lui un viaggio in Svizzera e in Italia. Il Meridione gli fa bene. André ama i paesaggi mediterranei ma lontano dalla Francia diventa nostalgico. Anche se gioisce della vita, il suo pessimismo ha la meglio. Questi anni epicurei lo rendono malinconico.

Souvent, las d’être esclave et de boire la lie
De ce calice amer que l’on nomme la vie.
Las du mépris des sots qui suit la pauvreté,
Je regarde la tombe, asile souhaité ;

Je souris à la mort volontaire et prochaine ;
Je me prie, en pleurant, d’oser rompre ma chaîne

Troppo impaziente di rivedere la sua Camille, accorcia il viaggio e torna a Parigi dove si precipita nei flutti del gran mondo. Nel 1787 la famiglia Chénier incontra serie difficoltà finanziarie. Il momento non è spensierato, la famiglia lascia il Marais e André inizia a lavorare per aiutare i genitori. Grazie a François de Pange André conosce il console francese a Londra che ha bisogno di un segretario. Si imbarca subito con lui. All’inizio Londra gli piace molto ma la Francia gli manca

Sans parents, sans amis et sans concitoyens,
Oublié sur la terre et loin de tous les miens,
Par les vagues jeté sur cette île farouche.
Le doux nom de la France est souvent sur ma bouche.
Auprès d’un noir foyer, seul, je me plains du sort.
Je compte les moments, je souhaite la mort ;
Et pas un seul ami dont la voix m’encourage.
Qui près de moi s’asseye, et, voyant mon visage
Se baigner de mes pleurs et tomber sur mon sein ;
Me dise : « Qu’as-tu donc ? » et me presse la main.

La rivoluzione

E’ a Londra che riceve, con “fierezza e onore” la notizia degli avvenimenti del 1789. Il 5 maggio, a Versailles, all’apertura degli Stati generali presieduti dal re Luigi XVI, nobiltà, clero e terzo stato si uniscono per stabilire un dibattito su quello che non va in Francia.

Salut, peuple français ! ma main
Tresse pour toi les fleurs que fait naître la lyre.
Reprends tes droits, rentre dans ton empire.
Par toi sous le niveau divin

La fière Égalité range tout devant elle.
Ton choix, de splendeur revêtu,
Fait les grands. La race mortelle
Par toi lève son front si long-temps abattu.
Devant les nations souverains légitimes,
Ces fronts dits souverains s’abaissent. La vertu
Des honneurs aplanit les cimes.

Ô sainte Égalité ! dissipe nos ténèbres,
Renverse les verrous, les bastilles funèbres.
Le riche indifférent, dans un char promené,
De ces gouffres secrets partout environné,
Rit avec les bourreaux, s’il n’est bourreau lui-même ;
Près de ces noirs réduits de la misère extrême,
D’une maîtresse impure achète les transports,
Chante sur des tombeaux, et boit parmi des morts.

I deputati dei tre ordini si rifugiano nella sala della pallacorda. Questa scena storica è immortalata sulla tela da David e sulla carta da Chénier,

Il 14 luglio il popolo è risvegliato, il popolo è sovrano.

Tutta la famiglia Chénier saluta con entusiasmo questa rivoluzione. Il salone di Mme de Chénier è uno dei più frequentati dalla società liberale. Marie-Joseph trionfa alla Comédie française. La sua pièce mostra gli abusi del potere monarchico nel sedicesimo secolo ma il pubblico non può non notare coincidenze con il momento storico in corso.

André torna in fretta a Parigi, ansioso di rendersi utile alla patria. André sogna un governo costituzionale fondato su una stretta collaborazione tra il popolo e il re. Per lui la legge e il re sono inseparabili. André è un idealista che desidera prima di tutto la libertà per tutti, nella pace. La sua opera è considerevole e non sarà pubblicata se non dopo la sua morte. Solo due poesie di André sono pubblicate in vita.

Mentre la famiglia reale è sotto sorveglianza al Palazzo delle Tuileries, i club di riflessione si formano e nel 1791 due tendenze si affermano: i moderati e i giacobini esaltati. André fa parte dei Feuillants con gli amici Pange. Marie-Joseph, poeta nazionale, si schiera con i giacobini.

André e Maria-Joseph

Marie-Joseph ama la celebrità, André non è felice che nella solitudine e nella discrezione. I due fratelli si amano di una tenera amicizia. La Rivoluzione li allontanerà forse ma non li separerà mai. Marie-Joseph gli consigliava di non esporsi ma André lo pregava di non insistere. Non la pensavano più allo stesso modo. André aveva fatto appelli per la pace e la sicurezza. Pensava che la Rivoluzione fosse terminata e temeva che i giacobini facessero piombare la Francia in una nuova sanguinosa catastrofe. Marie-Joseph pensava che la Rivoluzione fosse ancora debole e deplorava il tradimento di alcuni generali passati al nemico prefigurando un paese invaso dalle truppe straniere. Pensava che se gli aristocratici avessero risollevato la testa ci sarebbero state violente repressioni.

L’epoca del Terrore

Il 10 agosto 1792 tutto precipita. Il principe di Brunswick minaccia di invadere la Francia se i giacobini non liberano la famiglia reale. Il panico si diffonde. Les Tuileries sono saccheggiate e la famiglia reale è imprigionata nella segreta del tempio. André protesta fieramente sul Journal de Paris e rende omaggio alla fermezza d’animo di Luigi XVI. Scrive:

Cittadini onesti e fedeli, i malvagi hanno il coraggio dell’odio e i buoni non hanno il coraggio della virtù. Cosa vedo attorno a me? Un governo schiavo della tirannia popolare, un re senza alcuna autorità, un popolo senza alcun freno, il divieto di viaggiare, i comitati di acquisizione che frugano le abitazioni, i documenti, i pensieri, è uno spettacolo ignominioso per il nome francese, per la specie umana. Verrà mai perdonata questa orribile sete di sangue? Non bisogna confondere demagogia con democrazia, anarchia con libertà, propaganda con informazione e popolino con popolo.

André, che viene dipinto come buffone che non ha fatto altro che salire su un altro carro, così scrive

I giacobini sono dei delatori, calunniatori, dei furbi ambiziosi e mentitori, tanto disprezzati quanto disprezzabili, degli istrioni, dei galeotti, dei ladri con effrazione, degli arringatori dei club e dei mercati generali.

Camille Desmoulin vitupera nel suo Diario delle rivoluzioni di Francia e di Brabante su

Non so che André Chénier che non è il Chénier di Carlo IX

Il Journal de Paris è proibito e bruciato, il club dei Feuillants è chiuso. Nel mese di settembre del 1792 nelle prigioni vengono massacrati 1400 cittadini. Questo delitto è rivendicato da Marat e Danton, allora ministro della giustizia. André è afflitto

La persecuzione non fa proseliti, non fa che martiri

[…]

Ma Muse fuit les champs abreuvés de carnage,
Et ses pieds innocents ne se poseront pas
Où la cendre des morts gémirait sous ses pas.
Elle pâlit d’entendre et le cri des batailles,
Et les assauts tonnants qui frappent les murailles,
Et le sang qui jaillit sous les pointes d’airain
Souillerait la blancheur de sa robe de lin.

André così descrive la sua situazione spirituale: Sono ancora vivo. Posso aggiungere che, avendo fatto del bene a più di un uomo e non avendo mai fatto male a nessuno, non avrei dovuto correre alcun rischio né aver avuto nulla da temere ma mi si potrà rispondere che non è una buona ragione. Ho pubblicato di tanto in tanto mie riflessioni che credevo utili e non ho cambiato opinione. Questa franchezza non mi è valsa che molto odio, persecuzione, calunnia.

Quand pourrai-je habiter un champ qui soit à moi!
Et, villageois tranquille, ayant pour tout emploi
Dormir et ne rien faire, inutile poëte,
Goûter le doux oubli d’une vie inquiète!

[…]

Avoir amis, enfants, épouse belle et sage ;
Errer, un livre en main, de bocage en bocage ;
Savourer sans remords, sans crainte, sans désirs,
Une paix dont nul bien n’égale les plaisirs.

Gennaio 1793. Luigi XVI, giudicato davanti alla convenzione, è dichiarato colpevole di cospirazione contro la libertà pubblica. Il giorno in cui Marie-Joseph vota la morte del re, André rientra a Parigi ad offrire il proprio aiuto a Malesherbes, difensore del re meno per attaccamento monarchico che per convinzione sincera e pura generosità. Il 21 gennaio 1793 il re è ghigliottinato in Piazza della Rivoluzione, oggi Piazza della Concordia. André, malato, si rifugia a Versailles, ribattezzata Culla della libertà, in una piccola casa in Rue de Satory 68.

Ô Versaille, ô bois, ô portiques,
Marbres vivants, berceaux antiques,
Par les dieux et les rois Elysée embelli,
A ton aspect, dans ma pensée,
Comme sur l’herbe aride une fraîche rosée,
Coule un peu de calme et d’oubli.

[…]

Mais souvent tes vallons tranquilles,
Tes sommets verts, tes frais asiles,
Tout à coup à mes yeux s’enveloppent de deuil.
J’y vois errer l’ombre livide
D’un peuple d’innocents, qu’un tribunal perfide
Précipite dans le cercueil.

Il suo esilio è addolcito da una musa consolatrice, la bella Mme de Couteu, detta Fanny, al castello di Voisins, vicino a Louveciennes.

La morte di Marat e l’escalation di sospetti e di violenze

Il 13 luglio 1793 una giovane normanna, discendente del grande Corneille, pugnala Jean Paul Marat nella sua vasca da bagno. La scena è ritratta dal pittore David che per André non è più che quello stupido David che un tempo ho cantato, Marat, quando parliamo di un vile scellerato non pensiamo che a Marat.

Quattro giorni più tardi, Charlotte Cordé, in abito scarlatto, fu portata alla ghigliottina

Belle, jeune, brillante, aux bourreaux aménée,
Tu semblais t’avancer sur le char d’hyménées;
Ton front resta paisible, et ton regard serein;
Calme sur l’échafaud, tu méprisas la rage
D’un peuple abject, servile et féconde en outrage,
Et qui se croit encore libre et souverain

I tribunali popolari raddoppiano l’attività.
Il 17 settembre 1793 Bertrand Barère de Vieuzac dice

L’Anacreonte della ghigliottina fa votare la legge del sospetto che instaura il terrore

Chénier

La Peur donne aussi du courage: elle fait qu’on se met avec éclat du côté du plus fort qui a tort, pour accabler le faible, qui a tort aussi.

Chi è sospetto durante il Terrore?

  • E sospetto colui che, in un’assemblea popolare, pronunci discorsi astuti
  • Colui che parli misteriosamente della sofferenza della Repubblica
  • Colui che si dispiace per la sorte del popolo
  • Colui che ha cambiato candotta e linguaggio a seconda degli avvenimenti
  • Colui che declama con enfasi contro le leggerezze dei patrioti
  • Colui che non ha fatto niente per la Repubblica
  • Colui che non frequenta la propria sezione

Lavoisier è condannato a morte,

La Repubblica non ha bisogno di chimici

Una donna sorda è condannata a morte

per aver complottato sordamente contro la Repubblica

André resta nascosto a Versailles con l’unica consolazione di alcuni amici che riesce a visitare nell’ombra. Il 7 marzo 1794 va a Passy a piedi dai suoi amici Pastoret dove trova Francois de Pange. La presenza di Lucrece d’Estat, di cui era innamorato, gli fa battere il cuore ma una pattuglia arriva. I suoi amici hanno il tempo di scappare ma André viene interrogato

Ecco la trascrizione, piena di errori, dell’interrogatorio

« A répondu quil croit les avoir connu pour la premièr e fois
chez la citoyenne Trudenne
A lui demandé quel rue elle demeuroit alors
A répondu sur la place de la Révolution la maison à Cottée
A lui demandé comment il connoit la maison à Cottée et les
citoyent quil demeuroit alors
A répondu quil est leurre amie de l’anfance
A lui represante quil nest pas juste dans sa réponse attendu
que place de la Révolution il ny a pas de maison qui se nome
la maison à Cottée donc i l vien de nous déclarés
A répondu quil entandoit la maison voisine du citoyent Leteins… »

« A lui représente r quil nous fait des frase attandue qu’il nous a repettés deux fois la maison à Cottée A répondue quil a dit la vérité »

Per colpa di fraintendimenti tra la parola à coté e cottée e per l’ignoranza degli agenti, André è accusato di prendersi gioco di loro.

Il carcere

André Chénier rifiuta di firmare un verbale inetto. André è accusato di delitto di ironia
Convinti dai patrioti di essere il nemico del popolo francese

André Chénier, 31 anni, residente a Parigi, sezione di Brutus, Rue de Cléry 97, è condotto  alla Maison Lazard per esservi detenuto come misura di sicurezza generale.

La vita è dura nella prigione Saint Lazare che detiene 900  prigionieri tra cui il pittore Hubert Robert, il poeta Roucher. Si evita di parlare sospettando la presenza di spie dietro ad ogni porta. André riesce a far passare, scritti in grafia microscopica, i famosi giambi che fanno la sua gloria

Qu’un stoïque aux yeux secs vole embrasser la mort,
Moi je pleure et j’espère ; au noir souffle du Nord
Je plie et relève ma tête.
S’il est des jours amers, il en est de si doux !
Hélas ! quel miel jamais n’a laissé de dégoûts ?
Quelle mer n’a point de tempête ?

L’illusion féconde habite dans mon sein.
D’une prison sur moi les murs pèsent en vain.
J’ai les ailes de l’espérance :
Échappée aux réseaux de l’oiseleur cruel,
Plus vive, plus heureuse, aux campagnes du ciel
Philomène chante et s’élance.

Est-ce à moi de mourir ? Tranquille je m’endors,
Et tranquille je veille ; et ma veille aux remords
Ni mon sommeil ne sont en proie.
Ma bienvenue au jour me rit dans tous les yeux ;
Sur des fronts abattus, mon aspect dans ces lieux
Ranime presque de la joie.

Mon beau voyage encore est si loin de sa fin !
Je pars, et des ormeaux qui bordent le chemin
J’ai passé les premiers à peine,
Au banquet de la vie à peine commencé,
Un instant seulement mes lèvres ont pressé
La coupe en mes mains encor pleine.

Je ne suis qu’au printemps, je veux voir la moisson ;
Et comme le soleil, de saison en saison,
Je veux achever mon année.
Brillante sur ma tige et l’honneur du jardin,
Je n’ai vu luire encor que les feux du matin ;
Je veux achever ma journée.

Ô mort ! tu peux attendre ; éloigne, éloigne-toi ;
Va consoler les coeurs que la honte, l’effroi,
Le pâle désespoir dévore.
Pour moi Palès encore a des asiles verts,
Les Amours des baisers, les Muses des concerts.
Je ne veux point mourir encore.

Dal fondo della sua cella André scopre che Robespierre fa decretare una  Fête de l’Etre suprême.
L’empio tribunale si avvicina, Marie-Joseph non può fare nulla per aiutare André perché diventato sospetto a sua volta. Il padre visita tutti gli uffici per ottenerne la liberazione

Comme un dernier rayon, comme un dernier zéphyre
Anime la fin d’un beau jour,
Au pied de l’échafaud j’essaye encor ma lyre.
Peut-être est-ce bientôt mon tour ;
Peut-être avant que l’heure en cercle promenée
Ait posé sur l’émail brillant,
Dans les soixante pas où sa route est bornée,
Son pied sonore et vigilant,
Le sommeil du tombeau pressera ma paupière !
Avant que de ses deux moitiés
Ce vers que je commence ait atteint la dernière,
Peut-être en ces murs effrayés
Le messager de mort, noir recruteur des ombres,
Escorté d’infâmes soldats,
Remplira de mon nom ces longs corridors sombres.

[…]

Quoi ! nul ne restera pour attendrir l’histoire
Sur tant de justes massacrés ;
Pour consoler leurs fils, leurs veuves, leur mémoire ;
Pour que des brigands abhorrés
Frémissent aux portraits noirs de leur ressemblance ;
Pour descendre jusqu’aux enfers
Chercher le triple fouet, le fouet de la vengeance,
Déjà levé sur ces pervers ;
Pour cracher sur leurs noms, pour chanter leur supplice !
Allons, étouffe tes clameurs ;
Souffre, ô coeur gros de haine, affamé de justice.
Toi, Vertu, pleure si je meurs.

Il padre di André va a supplicare Barrère di liberare suo figlio dal carcere. Barrère rsponde che André sarebbe uscito dopo tre giorni e, in effetti, André uscirà dalla prigione Saint Lazare dopo tre giorni ma per andare al patibolo. Se il padre non fosse intervenuto, André sarebbe stato salvato. Due giorni dopo l’esecuzione, la Francia sarebbe stata liberata dal Terrore.

André Chénier è stato giustiziato per aver fatto parte degli “scrittori stipendiati dal tiranno”

per aver traviato e corrotto lo spirito pubblico e preparato tutti i crimini del dispotismo e della tirannia, per aver redatto il supplemento del Journal de Paris sotto il pretesto di difendere i principi costituzionali.

Urta leggere il ribaltamento di concetti su cui si basano le accuse mosse a questo giovane poeta moderato, pacifista, amico dei sentimenti più profondi e disinteressati che ci ricorda come le parole possano essere snaturate, le menti plagiate e come il senso della sicurezza generale possa trasformarsi in una macchina omicida incapace di guardarsi allo specchio.

La foto è di British Library via Flickr – Image taken from page 13 of ‘La fin d’un siècle sans Dieu. Épisodes de la Terreur. Illustrations, etc’

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