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Riflessioni sui media al Salone del Libro: il peso contro il numero

Elena Bottari Maggio 13, 2018

Il peso, inteso come valore contenutistico, contro il numero di clic, di visualizzazioni o di like è il tema più ricorrente negli interventi di Roberto Saviano al Salone del libro 2018. La rotta indicata come antidoto ad una comunicazione insulsa è quella di una reale valorizzazione qualitativa dei contenuti a dispetto delle logiche dei social network e del guadagno che hanno snaturato le home page dei siti delle maggiori testate italiane, vetrine talvolta di stranezze zoologiche, video virali, scherzi ottici e notizie che non sono notizie ma puro gossip assai poco informativo.

Un appofondimento storico sulla battaglia di Austerlitz dovrebbe essere considerato con un metro diverso da quello usato per i video “di tendenza” sui gattini, sarebbe un errore valutare ogni contenuto come appartenente allo stesso mercato e la logica del fiasco o del successo è relativa: migliaia di like ad un video informativo sono un successo mentre lo stesso consenso quantitativo espresso ad un contenuto evasivo o addirittura sciocco rappresenta un vero fiasco.

In questo delicato meccanismo di promozione o di bocciatura dei contenuti, gli utenti hanno il grande potere di poter metter in evidenza e di premiare articoli, video, podcast di reale interesse e di carattere davvero informativo. Intervistato da Massimiliano Coccia allo stand di Radio Radicale, Roberto Saviano si è soffermato sulle differenze tra ipotesi di complotto e inchiesta, su come per la prima basti collegare pochi dati che non hanno alcun nesso reale e ipotizzare oscure trame per ottenere consenso attorno a concetti semplici e non vagliati mentre per la seconda sia necessario uno sforzo di verifica di ogni passo del ragionamento. Se l’ipotesi del complotto si presta a pregiudizi e posizioni ideologiche che non reggerebbero alla prova dei fatti, l’inchiesta entra nella complessità del reale frantumando false credenze o semplificazioni. Assistiamo purtroppo al trionfo della semplificazione e alla manipolazione interessata della realtà più che alla sua analisi approfondita. Quel che possiamo fare come lettori e spettatori è dar forza ai messaggi documentati, ragionati, rispettosi della realtà nelle sue contraddizioni perché qualunque spiegazione ideologica non è fatta tanto per informare quanto per piacere e dirigere l’opinione pubblica.

Massimiliano Coccia ha confessato la difficiltà di lavorare come giornalista responsabile in un clima saturo di slogan e di soluzioni facili ma ha sottolineato l’importanza di conservare il seme della voglia di informarsi e di informare. Anche se tutto sembra consumarsi nel tempo di un clic e la mole di notizie è schiacciante, la forza del singolo sta nel seguire un percorso di conoscenza e di costruzione di un’opinione personale, recuperando articoli di grande qualità anche molti giorni dopo la loro pubblicazione.

La seconda tappa dello scrittore è stata il dialogo sulla letteratura selvaggia con Guillermo Arriaga, autore di romanzi, sceneggiatore e regista messicano che ha parlato dell’irriducibile, complessa ferinità della natura umana ma anche di come i romanzi debbano illuminare le ombre che il potere preferirebbe nascondere. Dinamiche predatorie e di fuga tipiche dell’animale sono insite nell’animo umano, l’istinto di nascondersi e di stanare appartiene anche alla società contemporanea e in particolare al mondo del gossip, sempre pronto a cogliere personaggi pubblici in momenti privati o nella routine delle necessità quotidiane. Con una tecnica che porta i meccanismi della letteratura nel film, Arriaga punta a raccontare le luci dell’umanità e del suo paese attraversandone le ombre. I romanzi sono specchi in cui riconoscersi, sono il mezzo attraverso cui è possibile sperimentare la catarsi come nel teatro greco. Questo stesso principio ha ispirato buona parte del terzo intervento di Roberto Saviano con Cattelan e Pacifico a proposito delle serie televisive, che l’autore dice essere molto affini alla forma letteraria per l’ampiezza degli spazi a disposizione e per la possibilità di approfondire temi importanti e personaggi.

Anche nel caso della forma seriale purtroppo, il giudizio implacabile degli algoritmi rischia di penalizzare produzioni di qualità che non rispondano pienamente alle specifiche indicate dalla statistica e dal modello matematico assunto come efficace. Roberto Saviano ha accennato alle difficoltà incontrate nella fase preliminare alla realizzazione della serie, quando nessuno credeva nel suo successo e molti lo mettevano in guardia dal rischio di compromettere i risultati del libro e del film. Dopo l’exploit di Gomorra la serie, il modello italiano si è imposto nel mondo per verosimiglianza e maestria, riuscendo a sfidare i colossi americani del genere crime, ritenuto dominio incontrastato statunitense. Nel gioco tra finzione e realtà, tra intrattenimento e informazione, conta arricchire lo spettatore. Gomorra la serie ha cambiato lo scenario globale imponendo uno stile non solo filmico ma anche musicale e di costume. Ha potuto farlo perché ha trovato produttori capaci di ragionare da esseri umani e non da macchine.

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