Psicomamme: genitorialità, consapevolezza e creatività

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Separazione e aspetti legali: cosa fare e come diminuire la conflittualità

Elena Bottari Novembre 27, 2013

Grazie al convegno Donne al bivio, e al duo  Laura Di Ciommo-Simona Beccaria,  abbiamo potuto capire un po’ meglio quali siano gli aspetti legali da tenere ben presenti per diminuire la conflittualità e sapere cosa fare durante una separazione.

Ecco, illustrati per punti, i capisaldi di una separazione davvero “civile”:

  • l’intervento degli avvocati non deve diventare un problema nel problema
  • la separazione giudiziaria è una specie di calvario da cui conviene davvero scampare trovando accordi equanimi
  • tutto ciò che riguarda la separazione non è definitivo: si può sempre tornare sui propri passi
  • bigenitorialità, diritto di visita, rispetto reciproco, collaborazione nell’educazione dei figli e nel rapporto con loro sono i principi a cui ispirarsi per concordare una buona separazione

L’iter della separazione è complesso e relativamente lungo.
Una separazione consensuale può durare sei mesi mentre una giudiziale ha tempi molto più lunghi, circa due anni e prevede passaggi spiacevoli, come testimonianze e indagini sul privato delle persone, che nessuno avrebbe mai voglia di intraprendere, se sapesse in cosa incorre. Il divorzio può essere richiesto dopo tre anni dalla separazione.

Le due principali questioni su cui si arenano le trattative per una serena separazione sono i figli e il patrimonio. Non bisognerebbe mai usare i figli per arrivare al patrimonio.
Nella separazione giudiziale, mettere aspetti economici e figli nello stesso calderone, è la peggiore delle mosse. Riguardo ai beni immobili, bisogna sapere che la casa va con i figli. E’ molto difficile, anche qualora la casa sia di esclusiva proprietà paterna, che la casa venga lasciata al padre.
Il coniuge più debole, non necessariamente la moglie, ha diritto ad un aiuto economico da parte del coniuge con maggiori disponibilità economiche ed entrambi sono tenuti a badare ai figli, provvedendo assieme alla gestione ordinaria delle loro attività.

La tutela dei figli è la cosa più importante. E’ in ragione di questo dato che i genitori sono invitati alla reciproca comprensione e alla collaborazione. Con la separazione non finisce la relazione tra i coniugi per ciò che riguarda i bambini e il sentimento di mutuo soccorso. In presenza di figli non si può dire: non la o lo voglio mai più vedere, a meno che non ci sia una evidente, comprovata, serissima ed estremamente rara incapacità di cura o pericolosità di un genitore.

Fino all’effettiva separazione, non si può convivere con altri o intraprendere nuove relazioni.
Con una causa di separazione giudiziale in corso, “rifarsi” una vita non è una mossa intelligente.
E’ necessario essere molto sinceri con se stessi e tenere la vendetta fuori dalla porta. Il passo di sposarsi e di avere dei figli è stato condiviso, sarebbe bello che anche gli accordi della separazione lo fossero e si ispirassero alla maggior possibile generosità reciproca.

Questo nell’interesse dei figli ma anche nel proprio.

Quindi mantenimento, affido e diritti di visita devono essere stabiliti facendo i conti con la concretezza di orari e routine quotidiane, senza rigidità che sappiano di ripicca, sperando che valga il principio “più do, più riceverò” che spesso si rivela fondato. Separarsi, come sposarsi, implica una responsabilità a cui entrambi i coniugi sono chiamati.

Forse non tutti sanno che, in caso si separazione consensuale, si può depositare la richiesta in tribunale senza ricorrere agli avvocati, versando un contributo unificato da 35 euro. Questa possibilità vale se non ci sono dissidi ed è consigliabile intraprenderla solo in assenza di figli.

Se non si riesce proprio a trovare un accordo, è possibile rivolgersi ai mediatori familiari che aiuteranno i coniugi a smorzare i toni e a trovare un punto di incontro.

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