Cinzia di Leo Ortolani
Elena Bottari Maggio 3, 2019Cinzia è un libro che non verrà dimenticato. Dal musical al film storico, Cinzia parla attraverso i generi cinematografici segnando una memorabile tappa di umorismo e di libera espressione. L’esperienza di vita della protagonista ci fa riflettere sulla libertà di essere quel che sogniamo e desideriamo essere, proprio come ci ha insegnato Il gigante di ferro che, insomma, è un riferimento morale per tutta la famiglia. Cinzia non è Paul. Paul era Cinzia fin dall’inizio.
Riflettiamo sulla richiesta di definirci, di essere legittimati dai documenti o dalle certificazioni. Chi ci autorizza a dire che noi siamo noi? Nel nostro mondo in cui tutto è misurato e controllato, tanto che ci si deve sottoporre a cure ormonali per essere meno maschi nelle gare di atletica, anche se alla nascita si è state accolte da fiocchi rosa, sembra davvero impossibile seguire le proprie inclinazioni e trovare una strada che non sia oppressiva. Cinzia ci riesce tra delusioni e felicità.
Questo imperdibile racconto parla molto di generi e di burocrazia, di carte d’identità e tassonomie, di modi diversi di vivere esperienze simili, di come siamo diversi anche senza bisogno di classificazioni. Cinzia non rappresenta la comunità lgbt o la numerosa schiatta di chi si mette in coda da qualche parte e poi scopre di aver aspettato ore per il motivo sbagliato. Cinzia è se stessa in un mondo che si mostra pubblicamente ostile. Siamo Cinzia ogni volta che dobbiamo decidere se indossare un vestito “autunno quacchero” per un’occasione formale, ogni volta che qualcuno ci fissa, lo scopriamo in flagrante ma fa finta di niente, guardando dall’altra parte. Cinzia è come gli unicorni. Tutti dicono che mente, che non sembra quel che è. Cinzia non è certificata ma esiste.
Da madre, come si usa dire oggi, ho fatto leggere questo bellissimo fumetto a mio figlio di 11 anni che ha detto che non è un libro triste e che per fortuna finisce bene. Ha riso molto, anche del modo in cui Cinzia e Tamara reagiscono alle ingiurie e ai pregiudizi. La morale, secondo lui, è che la gente non capisce cosa vogliono essere gli altri ma li vede come vorrebbe che fossero. Per fortuna Cinzia non si fa condizionare e indossa vestiti “allegria ben più che brianzola”.
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