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Bacio feroce di Roberto Saviano

Bacio Feroce è la storia dell’ascesa criminale e della discesa agli inferi del gruppo di amici protagonisti del libro La paranza dei bambini. Tra di loro si chiamano fratelli e hanno firmato un patto di sangue ma il legame non regge al sospetto e il gioco si fa sempre più duro. I new player, come li chiama il funzionario di banca che propone loro un giro “win win” di riciclaggio del denaro guadagnato con la droga, si muovono con sempre maggiore disinvoltura e spietatezza in un mondo criminale che diversifica i propri investimenti con mille imprese legali e che ha valori tutt’altro che incompatibili con quelli che dominano il mondo “pulito”, a cui sentiamo di appartenere.

Gli adulti latitano più dei loro figli, stregati dai loro soldi “facili” e dall’incredibile progressione dei loro profitti e della loro fortuna, destinata a schiantarsi con una violenza che impedisce ogni rischio di emulazione. Il padre onesto fa la figura del debole, non ha ascendente su quel figlio che a lui preferisce un boss apparentemente in disarmo. Le madri non trovano il modo di salvare la coscienza e il futuro dei propri figli, i soldi servono, le alternative non si vedono e tutto accade così velocemente da sconvolgere ogni pianificazione. I coniugi fanno armi e bagagli e se ne vanno di casa, lasciando prima la loro camera, poi l’intero appartamento al figlio che li minaccia indicando la pistola. Chi più guadagna, non importa come, più conta. Questa è la legge universalmente riconosciuta in famiglia. La faida, familiare e tra clan, la faida interna alle stesse paranze, i regolamenti di conti e gli agguati sono il pane quotidiano dei protagonisti di questo libro terribile che cala il lettore nei binari senza scampo di chi vuole realizzarsi velocemente e sulle note del Padrino, in una società in cui il talento non viene premiato. Vendetta, amore, rivalsa e miraggo della “bella vita” sono la benzina di cui la paranza si nutre, in un delirio di invincibilità che si risolve in escalation di sangue e morte.

I ragazzi di Forcella si mescolano alla borghesia del Vomero, si confrontano con avvocati e funzionari, frequentano case borghesi e vanno in “gita” a Milano e a Roma. Nicolas vola in Albania per incontrare un broker della droga. Lo scenario si allarga da Napoli a tutta l’Italia e oltre confine. La paranza parla il linguaggio internazionale del denaro sporco che l’economia “onesta” ripulisce compiacente, senza rischio. In questo libro non ci sono i buoni e i cattivi sono ragazzini che fanno una fine atroce. Sono colpevoli ma pagano per tutti, sono pesci piccoli, ingranaggi nel gioco di vasi comunicanti tra economie.

L’epopea dei paranzini svela i retroscena dell’economia e interroga gli adulti sul loro ruolo. La società sembra fagocitare i propri figli. I meno raccomandabili sono cattivi senza speranza o sono ragazzi come tanti, senza raccomandazione? L’onestà è un lusso per chi ha già abbastanza? Che esempio diamo ai più giovani quando rincorriamo, in fondo, le stesse ambizioni di benessere e imbocchiamo scorciatoie?

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