Regressioni estive e altre calamità da spiaggia
Elena Bottari Luglio 21, 2014Sotto l’ombrellone, nei parchi gioco dei litorali e delle località di montagna, assistiamo (partecipi e solidali) al grido delle nonne e delle mamme alle prese con le regressioni estive dei piccoletti senza più il benedetto freno autorevole della maestra. Per quanto si voglia cercare di educare, di mettere i famosi paletti, sta di fatto che le vacanze sono un momento di sospensione dalla routine che galvanizza parecchio le bambine e i bambini.
Durano davvero tanto, le vacanze dei bambini. Tre mesi di sosta sono davvero troppi e non si contano i genitori ancora insieme a cui verrebbe da dire a quelli separati frasi come “Beati voi, due settimane con uno e due con l’altro…”. I nonni, più di frequente le nonne, si trovano spesso a gestire per settimane, in solitaria, uno o più bambini normalmente scatenati dalla mattina alla sera ed è davvero dura.
Basta sedersi ai giardini e ascoltare le telefonate delle nonne alle amiche per rendersi conto della situazione.
Nonne comprensive, accoglienti, solidali con nuore e figlie che confidano la loro spossatezza. C’è tanto da fare! diceva una signora alle prese con due piccoletti con pochi mesi di differenza di età uno dall’altro. Quando arriviamo a mezzogiorno vogliono subito mangiare e poi non stanno mai fermi. Si fanno male!
I fratelli più grandi fanno i piccoli per attirare l’attenzione, i figli unici tendono ad espandersi estinguendo le energie di mamme e nonne. Ci sono bambini che al mare si calmano, ci sono bambini che diventano un tantino isterici e fa ridere leggere gli esperti sui giornali quando invitano gli adulti a “gestire” i bambini. Chi la fa tanto corta a riguardo o non ha figli o ha dimenticato come sono i bambini.
La teoria è chiara e semplice per tutti ma la pratica è tutta un’altra cosa. Ci vuole fermezza su poche chiare regole ma la natura dei bambini è tale da tenere impegnati i grandi quasi tutto il tempo. Bambini contemplativi, intellettuali, ripiegati su se stessi ce ne sono pochi (se ci sono).
“Ognuno ha diritto al proprio spazio” è una bella frase che la pratica disattende. I bambini sono smodati per natura, non smetterebbero mai di giocare, di mangiare gelati, di lanciare sabbia in giro. Dire di no ai bambini genera una sequela di capricci e di frustrazioni a cui si devono abituare ma che sfibra gli adulti. A chi non ha figli, a chi non è una nonna in prima linea con i nipoti, verrà da dire “Avete voluto la bicicletta”?
Ed è anche quello che dice lo Stato che non si dà certo pena per le difficoltà delle famiglie a far passare l’estate, tra centri estivi e baby sitter (quando ci sono i soldi), tra nonne e vacanze separate dei poveri genitori che non hanno alternative. Fate bambini, ci dicevano!! Come i legionari romani di Asterix, i genitori d’estate si pongono molte domande e arrancano, è questo il termine, tra stangate fiscali, ultime spese condominiali e salti mortali per stare con i figli o per assicurare loro la cura che serve.
Poi ci si chiede perché molte donne non lavorino, perché non facciano figli, perché, perché, perché…
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La foto di Billy e Graham Greene è della Biblioteca del Galles del Sud via Flickr