Il mio letto è una nave di Robert Louis Stevenson
Elena Bottari Febbraio 1, 2013Il mio letto è una nave, poesie per grandi incanti e piccoli lettori – con testo a fronte (traduzione di Roberto Mussapi)
Le poesie di Stevenson sui suoi ricordi di infanzia sono meravigliose occasioni per vedere il mondo con gli occhi del romanziere bambino, già perso dietro lidi lontani, stelle e avventura. Nato a Edimburgo nel 1850, morto nelle isole Samoa nel 1894, Robert Louis Stevenson ha viaggiato molto nel mondo reale ma ancor più con la fantasia. Nonostante la malattia polmonare contratta in tenera età, costretto a letto, Robert immagina che le coperte siano un mare solcato dalla flotta dei suoi giocattoli. Il desiderio di salpare è già vivo in lui. Momenti lieti, paure, proiezioni, flash back e preveggenze si susseguono in versi densi ed evocativi. La natura domina la poetica di Stevenson in cui echeggiano onde marine, venti, deserti e isole lontane (Mi vedrete navigare tra i giunchi e i bambù| sentendo la prua echeggiare su e giù|perché col pupazzo andrò a esplorare|l’isola sconosciuta, là, oltre il mare|e farò fuoco, la saprò conquistare).
La terra del copriletto
Quando ero malato e quasi sempre a letto,
con due cuscini stavo un po’ più eretto,
e tenevo tutti i giocattoli intorno
per far passare in qualche modo il giorno.E a volte stavo anche un’ora a guardare
i miei soldati di piombo là a marciare
con diverse uniformi e bandierine
tra le lenzuola, lungo le colline,e urlavo alla flotta a squarciagola
di salpare tra le onde e le lenzuola,
o piantavo con cura le mie piante
e edificavo una città distante;ero insomma il gigante grosso e regale
assiso sulla collina del guanciale
che vede la pianura e il vallonetto,
l’amena Terra del coprilettoLieto pensiero
Il mondo è così ricco di tante cose
che ognuno è uno sceicco in un giardino di rose
Luce e buio, sogno, incanto, solitudine e ignoto fanno sentire la nostalgia dell’infanzia, permettono di ricordare il batticuore del bambino nascosto dietro ad un cespuglio mentre gioca a nascondino. Queste poesie svelano nel giovane Stevenson il futuro grandissimo scrittore, che avrà il compito di illuminare il buio, come i fari costruiti dal severo padre di Robert, come il protagonista della poesia Il lampionario (perché noi abbiamo una bella fortuna: |proprio davanti a casa c’è un lampione,| Leerie lo accende, sembra quasi la luna,| e poi ne accende un altro milione. |Ma prima di sparire voltati indietro,| Leerie, con la tua scala e il lumicino, |guarda quassù, qui, dietro il vetro|dove ti osserva ogni sera un bambino!).
L’isola del tesoro è uno dei nostri libri preferiti!
Ti fa piacere conoscere Stevenson da bambino? Questo è possibile grazie ai libri : )
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Articolo di Elena Bottari